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La famiglia Gianella, avuto appena sentore di qualche diceria, soffiò sotto, perchè il giovane Adolfo non tornasse a incapricciarsi di quella svergognata, non pensasse alle volte di sposarsi quella disperazione.

Marta, la Serrantoni, mi ha detto che Adolfo Gianella ti segue ancora, e che un giorno vi hanno visti insieme, e che è sempre innamorato di te.... È vero; quella pettegola sa tutto! esclamò Loredana. Marta mi ha detto che è diventato buono, che ha perduto la sua alterigia stupida, insistette Emma. Ha compreso ch'egli ti trattava male, e insomma....

E insomma ha cominciato ad ammirarmi quando sono scappata con un altro! seguitò crudamente la giovane. Ah, un bel marito sarebbe!... Emma, con un sospiro, emise una sentenza suprema: Gli uomini sono tutti così! Loredana alzò le spalle. Del resto, disse, è possibile che io viva a Venezia, moglie di Adolfo Gianella e a due passi da Filippo? E che egli non mi cerchi, e che io non cerchi lui?

Era una bella figura che aveva nell'espressione del viso alcun che di soave e di mesto per cui era impossibile il guardarla senza simpatia e quasi direi senza commozione. Vanardi teneva quel ritratto, perocchè fosse un ritratto, come cosa preziosissima. Di ogni altro oggetto, anche del più necessario, si sarebbe prima spogliato che non di quest'esso. Era il ritratto della donna che il suo amico Adolfo Cioni, che vi ho gi

Infine, per togliere quell'ombra che s'addensava tra di loro, la fanciulla raccontò a Filippo che l'avevano fidanzata, da un mese circa, ad Adolfo Gianella. Le piace? domandò Filippo. No, per niente. Le pare che sar

»Quella notte non potei prender sonno... La bruna capigliatura di Adolfo, il suo sguardo di fuoco, il bianco e profumato sorriso, la voce insinuante, magnetica tutto si rifletteva, come una iride voluttuosa, nel vivo cristallo della mia vergine fantasia... »Io lo vedeva... io gli parlava come ad un amico lungamente aspettato...

Adolfo, come aveva promesso, mi portò una raccolta di composizioni musicali per flauto e pianoforte, che noi prendemmo a studiare in presenza di mia madre... »I concerti divennero quotidiani; l'arte e la passione progredirono del pari mia madre si compiaceva, e si entusiasmava del nostro accordo perfetto... »Così trascorrevano i giorni, le settimane, i mesi.

E mentre mia madre tentava sedurmi colle promesse di un avvenire beato, io vaneggiava colle illusioni, io colmava quell'eliso di delizie, collocando il mio Adolfo al posto del marchese mi perdeva voluttuosamente in quella vita ideale, che egli solo il mio Adolfo avrebbe potuto realizzare.

Ma la visione della ragazza bruciava dentro, nel cuore di Adolfo; ed egli cominciò a gironzare intorno alla casetta bianca, a guardar le finestre, ad aspettare.

Io, rispose Adolfo, che ebbi per mio padre l'affetto più sviscerato, e ne venero la memoria, non potei partecipar mai sinceramente a queste sue convinzioni.... Mi mancò sin ora l'animo, e forse il tempo, per i miei studii, di farmi nella societ