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Aggiornato: 16 giugno 2025
In fondo alla lunga serie di sale, una più risplendente dell'altra, che formava l'appartamento della marchesa, di cui la sala da ballo era il centro, si trovava un gabinetto quasi sempre deserto. Era un piccolo ma elegantissimo ritiro. Tutto coperto di lampas celeste, con la vôlta carica di dorature, era lievemente illuminato da una lampada d'argento di vezzosissimo disegno, chiusa da vetri smerigliati e appesa ad un cordone di seta, che spandeva una luce misteriosa e leggiera, invogliante alla calma; e rischiarando blandamente i muri celesti del gabinetto, invitava al riposo e insieme alla volutt
La notte era buia. Non ancora una lampada ai tabernacoli, non una stella nel cielo. Certi nuvoloni neri s’addensavano anzi per l’aria e pareva che proprio si caricassero sulla citt
Tiberio e Don Diego riconobbero Bambina. Bambina li aveva riconosciuti. Secondo gli accordi presi col principe di Schwartzemberg, Bambina alle dieci della sera, aveva messa una lampada sulla finestra della sua camera per indicare che la riunione aveva luogo. La sua camera sporgeva sulla strada, ove si apriva il gran cancello della villa.
Dopo il pranzo la vecchierella affermò d'aver proprio bisogno di schiacciare un sonnerello. La Principessa la condusse nella camera propria e la vestì lei stessa come si veste un bambino, ed introdottola nel letto e chiusi i cortinaggi, sedette poco discosto in una poltrona, e cominciò a leggere un libricciuolo al lume di una lampada a petrolio, posta sul tavolino da lavoro. Di tempo in tempo, interrompeva la lettura, posava il libro sul tavolinetto, si alzava e si approssimava alla dormiente, per assicurarsi che riposasse tranquilla. E quando riboccava le lenzuola, e quando rincalzava il letto, e quando sprimacciava la coltrice, e quando rassestava i guanciali, e quando le tergeva il madore dalla fronte; insomma le prodigava quelle cure pietose, che le buone infermiere tributano agli ammalati affidati loro. E la guardava con affetto, perchè le anime gentili si affezionano appunto beneficando; e pensava: «Domattina, avrò cuore di rimandar costei? Mi baster
Chérie dormiva, fra la bionda aureola dei suoi capelli, un po' diffusi sul guanciale: la lampada veneziana, presa da un palazzo ducale, ardeva ancora nei suoi foschi vetri di un verde oscuro, quando gi
Allo svolto del muro spuntò la cappelletta dell'Immacolata, innanzi alla quale ardeva la lampada che le due vecchie ragazze facevano accendere quando avevano una grazia speciale da domandare alla Madonna. Da qualche tempo l'olio era consacrato a invocare la salute del povero padrone malandato nelle gambe: e Cresti sapeva anche questo.
E le aveva rimesse tutte a posto, nelle loro cornici rotte e sui loro piedestalli sgangherati. Vietò anche a Nancy di allontanare o muovere la grande lampada a piedestallo, che non si accendeva, ma che occupava molto posto e rendeva più soffocante il salottino. No, no; era costata trentadue dollari. Non si doveva toccare.
Vi prego, signore, di spegnere il lume se mi sentirete parlare,» aggiunse consegnando la lampada a Dupont, «ed in tal caso restate in silenzio.» Uscì, e chiuse la porta. «Noi saremo in breve fuori di queste mura,» disse Dupont a Emilia; «fatevi coraggio, e tutto andr
Tu non dubiteresti mai che quella cialtrona m'abbia gittato l'altra sera un candeliere alla testa! Bah! una testa di vescovo è oliata! il liquido della lampada non vi fa macchia. Se il re non fosse lì, io ti darei del mio piede tu sai dove. Io riceverei con riconoscenza codesto segno d'amicizia di Vostra Eccellenza Reverendissima.
Giunse per tal modo nel pensatoio di sua madre, e si affacciò sulla soglia della camera da letto, che era rischiarata dal fioco lume d'una lampada notturna, come se la marchesa fosse stata col
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