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Aggiornato: 16 giugno 2025
Nel cielo di ottobre, quasi a fior delle acque, la luna piena pendeva come una dolce lampada rosea. Le montagne e le colline, dietro, avevano forma di donne adagiate. In alto, passavano le oche selvatiche, senza gridare, e si dileguavano. I sei uomini e il mozzo prima manovrarono d’accordo per prendere il vento.
Emilia s'avvide che il momento era terribile; non tanto pel pericolo di Roberta, forse, poichè ogni notte in camera era accesa la lampada pènsile, e l'oscurit
Ascoltò: nel profondo silenzio non si sentiva che il lontano ugiolare d'un cane, in quel caos di tenebre non si vedeva che un punto rosso, tremolante, la lampada della cappellina.
Aperse pianamente l'uscio, rialzò la cortina, non senza un resto di titubanza, e spinse l'occhio nella ricca camera che, per la lampada a smeriglio giallo, languiva in una soave penombra d'oro.
Avete le vostre pantofole, il vostro letto, la vostra lampada che fumiga sulla minestra fumante, un guanciale di mammelle avvizzite, e una collana di chiassosi marmocchi!... Tenete per voi tutto questo!... Ho i miei muscoli, il mio coraggio, e un fucile preciso!... Il Presidente. La seduta è tolta!... Io.
"Che cerchi? Tutte le ebrezze della vita? Esci, va, inèbriati. Nella tua casa, come un'imagine velata in un santuario, la creatura taciturna e memore aspetta. La lampada, dove tu non versi mai una stilla d'olio, rimane sempre accesa." Non è questo il sogno di tutti gli uomini intellettuali?
ma tu, che da me bevi la forza essenzïale, ed il bene ed il male ricevi, rompi, potente seme, la zolla inturgidita. Benedirem la vita insieme. Cuce, in silenzio, sotto la lampada, una cuffietta rosa. Mai non si vide più leggiadra cosa. Trasale, a un tratto, ne l’ampia tunica, con un sorriso strano. La cuffietta le scivola di mano. Così, velato lo sguardo, pallida come una morta, ascolta.
Tra il vespero e la sera. La lampada è gi
Nella fattoria di Barchessa trovo i miei compagni a tavola sotto la lampada pacifica, che mangiano discutendo questioni di servizio e di faticosissime manovre con la cavalleria. A tavola con noi un simpatico ufficiale di cavalleria: Franci di Pietralunga, raffinato, coraggioso ma sempre velato da una melanconia inspiegabile.
« Sì, Fulvia; rinunciavo alla gioia di vederti, per sedermi al tuo scrittoio, nella tua poltrona, ed al lume della tua lampada, in quell'atmosfera piena di te, leggere, a misura che le avevi scritte, le tue memorie. « Allora conobbi i miei torti, Fulvia, ed il tuo amore; il tuo nobile e generoso amore.
Parola Del Giorno
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