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Aggiornato: 12 luglio 2025


Ho voluto vedere, riprese monsignore cangiando tuono, fin dove si poteva spingere l'audacia del sacrilegio. L'ho visto. Prego Vostra Eccellenza Reverendissima di spiegarsi, disse Don Diego con calma, prendendo una sedia e sedendosi, con grande stupore del vescovo che lo aveva lasciato in piedi e l'avrebbe voluto a ginocchio.

Il prelato gli volse un'occhiata brusca, dicendo: Ebbene? Di un certo Curzio Ventura, proseguì il giudice, pel quale vostra eccellenza reverendissima si è degnata di mostrare un particolare interesse. E perchè? chiese monsignor Pagni con tal voce tonante, che fece tremare il terribile inquisitore.

Tu non dubiteresti mai che quella cialtrona m'abbia gittato l'altra sera un candeliere alla testa! Bah! una testa di vescovo è oliata! il liquido della lampada non vi fa macchia. Se il re non fosse , io ti darei del mio piede tu sai dove. Io riceverei con riconoscenza codesto segno d'amicizia di Vostra Eccellenza Reverendissima.

«Le persone di spirito sopprimono i preamboli: esse s'intendono di una parola. Io non vi scriverò dunque che questa parola: io sono stato fulmineamente colpito di amore per la signorina vostra sorella. Ve la dimando in matrimonio. Voi conoscete la mia posizione. Il mio ministro, e S. Ecc. Reverendissima, mons. Cocle, assisteranno al contratto. Io non voglio dote. Io m'incarico della felicit

Don Omobono, imbarazzatissimo, seguitava a fare i massimi sforzi per nascondere la coccarda appuntata sul cappello. Cercando insieme di dissimulare la sua confusione, diceva: S'accomodi, eccellenza reverendissima, s'accomodi. E gli porgeva una sedia, sulla quale monsignore sedette, facendo in pari tempo segno a don Omobono di sedersi vicino a lui.

, neh? entrò a dire Bibiana, la conversa; e il bicchier di vino e i cantucci da inzupparvi dentro, che vi si davano ad ogni tanto, non li mettete in conto, bocca mia dolce? Mille grazie. Reverendissima! ribattè l'altro alla conversa, con un piglio ironico che fece increspar le labbra a più d'una di quelle Madri. Ed Ella non le mette mica in conto, le gazzette che io....

Io non ho che una parola a dirvi, a voi, Don Diego Spani, rispose il vescovo alzandosi: io v'interdico. Don Diego non si mosse: restò assiso e chiese: Potrei pregare Vostra Eccellenza Reverendissima di darmi una ragione della severit

Ad ogni modo, cionca del rhum. Ma che diavolo vuoi? Ho il tempo per cacciar le colombe, io? La vi era, nel tempo in cui la confessavo come semplice monaco, la vi è restata. Ma tu sei il suo nemico, tu, perchè ella ha domandato la sua mancia su i tuoi affari. Ciò è giusto però, e' mi sembra. Che V. E. Reverendissima mi scusi.

A proposito, reverendissima, diss'egli, standosene colle spalle al muro, affinchè la monaca, fermandosi da capo per rispondergli, non avesse a guardare dall'altra banda, io debbo render grazie a questo santo monastero.... Di che? Oh, Vossignoria fa le viste di non saperlo. Queste sante Madri vogliono sempre darsi molestia per me.

Allora, voi sareste deciso a dare un vescovo alla chiesa di Teramo per nulla ed a compensare i condivisori? Parleremo di ciò più tardi. Tu vedi che il re attende. Che attenda. Io sono qui al tribunale della penitenza, e non spreco i sacramenti. Dunque voi v'incaricate del fratello. Ma io non ho detto ancora a Vostra Eccellenza Reverendissima che bisogner

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