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Ora ti dico, per contrario, che ogni bene, pace e riposo e quiete esce della vera povertá. Mirami pure l'aspecto de' veri povaregli: con quanta allegrezza e giocunditá stanno; mai non si contristano se non de l'offesa mia, la quale tristizia non affligge ma ingrassa l'anima.

Unde, caduto che egli è in questo peccato, non si pente ha dolore de l'offesa mia in veritá come si debba dolere: duolsi bene del danno suo, ma non si duole de l'offesa che ha facta a me; e cosí riceve la etterna dannazione. che vedi che solo questo peccato el conduce a l'inferno, e ne l'inferno è crociato di questo e di tucti gli altri difecti che egli ha commessi.

E non è misterioso il soffrire della donna più cara nell'opera di Alessandro Manzoni? Te dalla rea progenie Degli oppressor discesa, Cui fu prodezza il numero, Cui fu ragion l'offesa, E dritto il sangue e gloria Il non aver piet

E se viene il vento d'aversitá, si vòlle per impazienzia, perché non ha odiata la colpa sua per l'offesa che ha facta a me, ma per timore della propria pena la quale se ne vede seguitare, col quale timore s'era levato dal vomito: perché ogni cosa di virtú vuole perseveranzia; e non perseverando, non viene in effecto del suo desiderio, cioè di giognere al fine per lo quale egli cominciò, al quale, non perseverando, non giogne mai.

Cotal dicendo alza la spada, e crudo AMEDEO strigne; ei che 'l furor discerne Al ferir, che ne vien porge lo scudo, Così l'offesa, e la minaccia scherne; Ma dove quel selvaggio il corpo ha nudo Caccia l'acciaro entro le parti interne, E prima il ventre, e poi le reni impiaga; Quei cade, e 'l campo di suo sangue allaga.

Non le disse però che quelle risposte evasive non erano state dettate da un sentimento di ritegno e di delicatezza, ma soltanto dal bisogno di condursi abilmente tenendo i piedi in due staffe, e per ultimo le narrò quello che esigeva donna Camilla da lui, e l'offesa lanciatagli poco prima dal principe.

Siatelo voi di piú, e riparate l'offesa fatta al mio amor proprio dai vostri confratelli che parlano senza lasciarsi intendere. Ma se volete proprio obbligarmi, fate che il favore sia intero; e nella vostra risposta mandate al diavolo tutte le caricature, e parlate chiara e tonda la lingua italiana del 1818.

GIACOMINO. Ma che non fa amore? rompe le leggi, supera ogni difficoltá e fa che non si miri a nulla. LIMOFORO. Capitano, lascia costui e lega quest'altro che, avendo usurpata la mia persona, per cotal mentita merita un degnissimo castigo. GIACOMINO. Carissimo Limoforo, poiché avete perdonato la mia offesa, convien anco perdonar l'offesa di colui che v'ha offeso per mia cagione.

Non sapete che l'innamorati appena credeno agli occhi loro? ma se è vero, fa' che veggia colei da cui dipende la vita mia. POLISENA. Va' tu e fa' venir qui Carizia. Quando voi li mandaste quella cruda ambasciata, il dolor la fe' cader morta. Il mio marito per l'offesa dell'onor, che s'imaginava aver ricevuto da lei, la fece conficcare in un'arca, volea farla sepellire.

Quali prove! Che? Non vi ho amata sempre? Perchè non accarezzai le vostre utopie poetiche, perchè feci quanto m'imponeva il decoro della mia casa?... Se non v'amassi, donna Livia, non avrei cercato dimenticare l'offesa, che da voi ricevetti la notte, in cui morì mio padre; offesa, il cui solo ricordo mi fa fremere.... Ed ora, ora.... Che fareste?