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Aggiornato: 26 ottobre 2025
Ne la pace, il vento roco mette sue dolci parole. Ondeggiano i letti di rose ne li orti specchiati da 'l mare. In coro le spose con lento cantare ne 'l talamo d'oro sopiscono il sir. Da l'alto scintillan profonde le stelle su 'l capo immortale; ne 'l vento si effonde quel cantico e sale pe 'l gran firmamento che incurvasi a udir.
La repubblica romana è caduta; ma il suo diritto vive immortale, fantasma che sorger
Oh da quante catene è stretta quaggiù l'anima immortale! Bellezza, Amore, voi eravate ai fianchi di Dio nel giorno della creazione; egli vi lasciò suoi primi vicarii sopra la terra. La bruttezza e l'odio vennero più tardi, faville scoppiate insieme dal primo fulmine che Dio avventò contro l'uomo, quando lo condannava allo affanno e alla morte.
Ma il Vero ch'io parlo, come m'è inspirato dalla tradizione d'Italia e dalla pura coscienza, è immortale; nè calunnia di codardi o malia di false dottrine o bastardure di corti può soffocarlo se non per poco. E in nome di quel Vero oggi io grido: XXIV. Giovani d'Italia, sorgete!
Tale è il mio core: in lui convien sia desta Degli affetti la pugna ognor: se tace, La vita è muta in lui, e l'armonia Immortale del bello e la favella Ch'entro si sente, e sembrano parlarne Il ciel, la terra e l'onde e l'erbe e i fiori.
Il Ferpierre lesse con raccapriccio nelle nuove pagine del diario: «Egli m'ha detto queste precise parole: «Dunque tu credi che l'amor tuo sia immortale? Non capisci che finirai di amarmi, che gi
Quanto sia gran tesoro ad essi svela Un'affidata nova alma immortale, Cui tanti move assalti corruttela. In padri e genitrici un'ansia eguale Desta sì, che ne' figli i pensier santi La possa degli esempi non affrale! La madre allor ne' dolci cuori pianti Profonda e pia di bell'amor semenza Per tutte l'opre ad alta fè guidanti;
Tu dici che di Silvio il parente Corrutibile ancora ad immortale Secolo andò e fu sensibilmente
¹ Clizia mutata in girasole Io non impreco nessuno, e se una cenere si commuovesse entro la sua cella di morte, e mandasse un singulto.... oh! io non ho voluto aggravare la mano sul Grande che dorme. Stanno oltre il sepolcro nel giudizio di Dio il premio e la pena, nè la polvere ardisce usurpare l'attributo dell'Onnipotente. Quali occhi però seguiranno il Fatale fino alla tomba senza versare lagrime di sangue? Circondato di fastidii che avvelenano la esistenza e non danno il conforto delle grandi sventure, di gemere senza vergogna, trafitto di minutissime piaghe dalle quali a goccia a goccia distilla la vita, costretto a limosinare il pane presso coloro che pel battesimo di fuoco erano della sua religione....¹ che il cielo sia pio di riposo alla cenere del guerriero! dovea egli, lo immenso, che aveva riguardato l'universo da tale una altezza, che appena a mente umana è concesso immaginare, lasciarsi cadere sì basso? A lui stava morire per la spada dei valorosi, o per la perfidia della paura. Non si aspettava a questo?² E che? colui che indagava schernendo i vizii degli uomini, e li toglieva a fondamento della propria potenza, doveva affidarsi alla virtù? Nell'Isola, dove, nuovo Prometeo, lo incatenava un odio profondo, ogni giorno lo infiammato pianeta gl'insegnava come doveva morire l'uomo, che non aveva conosciuto pari sopra la terra, però che quivi il sole, non come nei nostri climi, sia accompagnato dal mesto crepuscolo, ma comparisca improvviso nella pienezza dei raggi sul firmamento, ed improvviso lo abbandoni allo impero dell'ombre.³ Chi sa quante volte lo austero contemplando l'esempio solenne piegò vinto la faccia, e mormorò parole di dolore su la perduta occasione! Oh! se, cadendo, in lui non fosse scomparso l'eroe! Oh! s'egli stesso non avesse svelato il segreto che il suo cuore era composto di creta come negli altri figliuoli di Adamo! Se la curva della sua vita non impallidisse al tramonto, e sfolgorante di luce si perdesse nel silenzio dei secoli, qual nato di donna potremmo noi assomigliargli? La Sapienza che governa il creato forse volle mostrare con la vicenda solenne gli estremi dove può suscitare e deprimere un'anima immortale? Se così è, mi spavento, perchè l'ultima azione di Colui, che poteva numerare con le vittorie i suoi anni, la gente maravigliata non distingue ancora se deve attribuirla a costanza, o a vilt
Ma se ogni amica rispondesse al frenetico o forse ipocrita amante: «Tu non devi vivere, ma gioire in me e per me sola, e in me sola confortarti ne' tuoi patimenti: noi dobbiamo fare delle nostre due vite una sola vita più potente d'intelletto e d'amore, un solo continuo sacrificio al grande, al bello, al divino, una sola continua aspirazione, un solo moto verso l'eterno Vero;» se i padri definissero la vita ai figli, non come la ricerca del piacere quaggiù, bensì come preparazione, per mezzo di doveri adempiti, a uno stadio di sviluppo superiore; se le madri, che pur si dicon cristiane, meditassero più sovente e ripetessero ai nati da loro alcune delle parole di Cristo e tutto quel libro de' Maccabei che par dettato per gl'Italiani adempirebbero tutti, meglio ch'oggi non fanno, ai debiti dell'amore, e l'Italia non avrebbe da piangere ad ogni tanto i migliori tra' suoi cittadini spenti ad uno ad uno isolatamente di morte violenta sul palco o di lenta consunzione d'anima nell'esiglio. Parmi che tutti i grandi profeti d'affetto da Platone a Schiller, e sovra tutti i nostri sommi Italiani e fra gl'Italiani Dante, che avea tanto amore nell'anima da infiammarne due o tre delle nostre generazioni pigmee, intendessero quei due santi vocaboli di famiglia e d'amore in un modo diverso assai da quel d'oggi, e parmi che i credenti in un'anima immortale dacchè dei materialisti, nei quali l'amore è necessariamente cosa schifosa o contradizione, non parlo non possono amare se non immedesimando l'amore coll'adorazione del Vero e presentando all'ente ch'essi amano, simboleggiato nell'anima loro, il più alto spettacolo di virtù ch'essi possano. Tolga Iddio ch'io mova il più lieve rimprovero alla madre d'Attilio e d'Emilio: dico solo e vorrei ch'essa potesse leggere queste linee che qui o altrove essa intender
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