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Aggiornato: 27 luglio 2025
Era ne la stagion ch'i verdi prati d'ogni intorno fiorian; fiorian le rose, e cantavan gli augei tra i novi fiori, quando prima ti vidi; e come prima ti vidi, così ratto al cor mi corse, mosso da la virtù de' tuoi bei lumi, con gelato timor caldo disio. Da quel dí innanzi entro 'l mio petto chiuso ho continuo portato il foco e 'l ghiaccio. E gi
Ben discernea in lor la testa bionda; ma ne la faccia l'occhio si smarria, come virtu` ch'a troppo si confonda. <<Ambo vegnon del grembo di Maria>>, disse Sordello, <<a guardia de la valle, per lo serpente che verra` vie via>>. Ond'io, che non sapeva per qual calle, mi volsi intorno, e stretto m'accostai, tutto gelato, a le fidate spalle.
Quei due lunghi formicolii di bersaglieri evocano l'esercito di Napoleone sul letto gelato della Beresina nelle celebri stampe.
Quest'ordine, di cui il Carrani non tardò a accorgersi, produsse un uragano. Prima andò al giornale e fece una scena al Caruso e battè i pugni sulla scrivania e lo coprì di villanie. Ubaldo, che aveva il sangue gelato e sapeva sopportare ogni specie d'insulti quando aveva in mira un utile quasi certo, non rispose; affettò anzi una profonda indifferenza.
sì che ’l pregno aere in acqua si converse; la pioggia cadde, e a’ fossati venne di lei ciò che la terra non sofferse; e come ai rivi grandi si convenne, ver’ lo fiume real tanto veloce si ruinò, che nulla la ritenne. Lo corpo mio gelato in su la foce trovò l’Archian rubesto; e quel sospinse ne l’Arno, e sciolse al mio petto la croce
Il Candiano non rispose parola, e guardò, come potè meglio tra quelle ombre notturne, per un pezzo il volto del Gritti, quasi tentasse penetrare nei più interni pensieri di lui, e preso da un brivido gelato diè da primo un guizzo per tutta la persona, poi a poco a poco si sentì assalito da un tremito convulso, che a grado a grado andò sempre crescendo al punto che pareva assalito da una paralisi universale.
Lo corpo mio gelato in su la foce trovo` l'Archian rubesto; e quel sospinse ne l'Arno, e sciolse al mio petto la croce ch'i' fe' di me quando 'l dolor mi vinse; voltommi per le ripe e per lo fondo, poi di sua preda mi coperse e cinse>>. <<Deh, quando tu sarai tornato al mondo, e riposato de la lunga via>>, seguito` 'l terzo spirito al secondo,
"Stella!... Stella!... Che stella!..." Sentì un tocco leggerissimo come una carezza, un soffio che gli sfiorava il braccio: il Casalbara si voltò; era Gioconda, la Gioconda dal faccione tondo e placido, che gli presentava il gelato all'arancio.
Una mattina, giusto sui primi di novembre, mentre io correvo prima di colazione attraverso la pineta, pensando al mio futuro poema sulla Risurrezione dei Morti, fui a un tratto arrestato da una fiamma che si agitava in fondo, e che stentava quasi a rompere il velo bianco e gelato dalla nebbia.
Signore! gridò Vitaliana, tremando di tutte le sue membra come se fosse entrata in un bagno gelato. Vostro marito ruba al giuoco replicò il principe con delle lagrime nella voce. Ma abbiate calma, madama, silenzio! Partite. Io vado ad impedire uno scandalo ed un clamore forse. Vitaliana fuggì verso la porta, tremando di più in più, trascinando il principe.
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