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Aggiornato: 10 luglio 2025


Nancy con una bambola in braccio, sedeva sull'erba ai suoi piedi; e la osservava, divertendosi a veder ballare sul cappello di Fräulein Müller due piume nere che oscillavano come su di un piccolo carro funebre, segnando il ritmo di qualche cosa che Fräulein leggeva. Che cosa leggi, Fräulein? domandò Nancy. Che belle parole, disse Nancy. Leggile ancora. Fräulein ripetè i dolci versi mattinali.

Fräulein entrò dietro a lei con i molti pacchi; e il cagnolino abbaiò vedendo i sorci. Addio, Anne-Marie! Addio, mio amore, disse Nancy, soffocando il pianto, e sporgendosi a baciarla, con grande difficolt

Non dirlo più, proruppe. Guai a te se lo dici ancora. Non voglio più sentire quelle stupide cose. Fräulein, attonita, ammutolì. Canta qualcos'altro, disse Nancy. Ma Fräulein non sapeva che cos'altro cantare. Tentò due o tre canzonette, con poco successo. Nancy tornò a sedere nel letto: Non voglio più sentire quelle parole sciocche che tu dici. Non puoi cantare solo la musica, senza dire le parole?

Ma mi pare disse Fräulein che si tratti della sua bambola spezzata e del suo canarino morto. Ma come? Il canarino è morto? esclamò Valeria. Bisognava dirmelo. E la bambola è rotta? Ma gliene compreremo subito un'altra, disse la signora Avory, molto agitata. Ma non è... non sono... non è vero... spiegò Fräulein confusa.

Fräulein, solitaria e raggiante in una poltrona nel centro della platea vuota, muove la testa su e giù, continuamente e rapidamente come un giocattolo chinese. Nancy tiene il viso coperto colle mani.

La povera Fräulein dopo essersi provata a dire tutte le parole che le parevano belle, andò a prendere da uno scaffale un volume di poesia del Lenau; e, aprendolo al «Waldlieder», lesse ad alta voce a Nancy, finchè questa si addormentò. Le sere seguenti lesse «Mischka»; e poi «L'AtlanticaQuando ebbe finito il volume del Lenau, prese a leggere le ballate di Uhland.

Se Nancy diceva: «Che belle nuvole rosseFräulein subito cominciava: Sai che cosa sono le nuvole? No, no! gridava Nancy. Non so, e non voglio sapere. E correva via per non sentire.

Baderai, vero, Fräulein? a non lasciarle prendere dei raffreddori, singhiozzò Nancy, china sopra la scarpetta, che baciò quando l'ebbe abbottonata. No, no, disse Fräulein, raggiante. Le metterò delle maglie di Jaeger e non la condurrò a passeggiare che quando c'è sole. La seconda scarpetta fu abbottonata e baciata. Poi fu messo il cappello, coll'elastico davanti alle orecchie.

Giunse finalmente al cancello, e corse giù per il giardino. Ed ecco Nancy! Ecco la piccola Nancy solitaria e felice in piedi sull'altalena, cantando, coi ricci al vento. Oh mamma! chiamò subito Nancy facendo un po' di broncio; è venuta Fräulein poco fa a portarmi via Edith. E mi ha detto di non muovermi di qui. Che sia arrivato qualcuno? Forse il poeta di Londra? Credi che sia il poeta per me?

Fräulein Müller! pronunciò Nancy, quasi in sogno. Ma allora è lei che mi leggeva Uhland e Lenau, quando ero piccola.... Allora Fräulein Müller pianse nel suo fazzoletto, e Nancy si alzò e fece il giro della tavola per andarla ad abbracciare. Poi toccò a Fräulein Müller di alzarsi e fare il giro della tavola per andare a baciare Anne-Marie.

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