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Aggiornato: 10 luglio 2025


Quella è un vero Wunderkind, disse Fräulein. Un vero prodigio!... Così l'aveva chiamata anche Markowski appena l'aveva veduta scossa da pianto convulso quando egli suonava. Aveva detto: Questa è un Wunderkind. Le insegnerò il violino. Difatti l'indomani era venuto, portando un piccolo violino di mezza misura che pareva il morto Guarnerius, risuscitato e malconcio.

Non posso dire che li trovo molto belli, disse Nancy, ridendo. Forse non erano proprio così, disse Fräulein. Anzi credo che non erano proprio «uccellin», erano forse «rime»... Perchè volavano? chiese Nancy. Non so, disse Fräulein, coll'occhio vitreo di chi cerca rammemorare qualche cosa. Forse sbaglio in qualche piccolo dettaglio. Ma ti accerto che erano bellissimi.

Allora, continuò gravemente Anne-Marie, assorta nei ricordi, quando ho visto le candele accese ho pensato che per il tuo Re rinuncerei a un desiderio... e invece dell'orologio per Elisabeth, ho desiderato che il Re guarisse. Poi ho rinunciato anche al vestito per Fräulein, e ho desiderato ancora che guarisse il Re.

, era quella «casa sua»! Peg e George sarebbero nuovamente i suoi compagni; e il morto signor Johnson, e il giovane senza mento, e i bambini nudi colle teste grosse, starebbero con lei nelle lunghe e solitarie serate. E Anne-Marie lascerebbe il Gartenhaus di Fräulein Müller e tornerebbe alla scuola gratuita della Settima Avenue. A che cosa pensate? chiese il Selvaggio. Nancy non rispose subito.

Una piccola preghiera che la povera Fräulein mi faceva dire quando ero bambina mi sussurra il puerile ritmo nell'orecchio; e quella voce piana vince e affoga le grida dei miei disperati desideri. La conosci tu, la piccola orazione dei tre angeli che la notte stanno intorno al nostro letto? «Per tanti anni ho ripetuto quella preghiera che forse gli angeli l'hanno udita.

D'aritmetica Anne-Marie capiva poco. Di geografia niente. Con occhi vacui accennava a due punti sulla carta geografica e diceva: «Skagerrack e Kattegat». Queste erano le uniche due parole che voleva tenere a mente. Ma insomma, diceva Fräulein, sei ridicola col tuo Skagerrack e Kattegat. Questa è la Gran Bretagna....

Sta qui buona, e chiama la Fräulein, che badi a te, e al nonno. Ma sua madre non volle saperne di lasciarla uscire sola. No, no! andrebbe anche lei. E se ne uscirono frettolose verso Bakers' End, dicendo a Fräulein di stare in casa e di badare al nonno. Ma Fräulein, che aveva recentemente letto «Misunderstood», fu presa da un orribile presentimento riguardo al lago del vecchio Castello di Bery.

Valeria ne improvvisò una traduzione italiana per lo zio Giacomo e per Nino; poi volle leggerli forte Valeria, e poi vennero letti di nuovo con molta espressione da Edith; e ancora una volta da Valeria. Poi da Fräulein. Poi di nuovo da Edith, e ancora una volta da Valeria. Tutti risero e piansero, e Valeria abbracciò tutti.

Spero, disse Nancy con gli occhi bassi. E bada di avere un contratto in regola. Farai bene a fartelo fare dal console o da un magistrato, disse Fräulein, di cui le idee erano vaghe. E Nancy promise che così farebbe.

E quando, in due carrozze, arrivarono al portico della Casa Grigia, ecco sul limitare anche Fräulein Müller ad accoglierli, tutta rossore e ritrosia, col suo vocabolario italiano sotto il braccio. Presero il thè molto allegramente, tutti parlavano in una volta, anche il vecchio nonno, che continuava a domandare: «Ma chi è questa gente?

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