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Aggiornato: 16 giugno 2025
No! la vostra confessione non è finita, risposi dopo breve silenzio. Voi mi parlaste della vostra vita coniugale e quand'anche io fossi tanto buono da ammettere il flauto di vostro marito come circostanza mitigante, vi resterebbero ancora non poche debolezze da giustificare quelle che appartengono alla vedovanza. Il flauto magnetico avea gi
»Una sera, mentre il marchese preludiava sul flauto diversi temi di Bellini, mia madre mi condusse in un gabinetto attiguo alla sala mi fece sedere sovra un divano, e accarezzandomi con insolita tenerezza, mi annunziò, che il marchese le aveva chiesto formalmente la mia mano.
»Non appena la porta si chiuse dietro i passi di mia madre, la sala fu sconvolta da un improvviso cataclisma Adolfo, il flauto, il pianoforte, il meco tu vieni...tutto fu travolto in un caos delizioso e terribile... »Oh! se qualcuno fosse entrato in quel momento!
Aveva la testa in fiamme e il cuore battevagli precipitosamente; parevagli di essere ubbriaco e camminava quasi senza volerlo, meccanicamente, attirato da quel suono come il serpente viene attirato dal flauto dell'incantatore. In breve tempo giunse in una vasta radura contornata da maestosi tamarindi sulle cui cime strillavano numerosi scimmiotti.
Io non ho mai ceduto alle insistenze dei miei adoratori, se non quando essi vennero a me colle sembianze di Adolfo presentati, condotti, introdotti dal flauto di mio marito! E dire che quel povero dabben uomo sceglieva sempre, per soffiare nel flauto, i momenti più pericolosi...alla sua sicurezza coniugale!
Il musico Antigenita riscaldò talmente il cervello di Alessandro Magno suonando su un flauto Il Governo del Carro che il re, levandosi da tavola e gettandosi sulle sue armi, voleva far strage de' suoi commensali. Tepandro, musico spartano, pacificò col suono della sua lira una disputa che doveva decidersi con un duello. Tutti conoscono l'impero dell'arpa di Davide sopra il re Saulle.
Il Manuel d’erotologie de Forberg descrive tutte queste sozzure con una eccessiva ricerca di dettagli; ed in esso si trova la famosa domanda di Smepronia ad un suo amico: «Che melodia vuoi che ti suoni su questo flauto?»
interrompendolo con uno scatto brutale. Basta! Taci! Conosco il tuo ritornello. Sei un flauto malinconico, ed io non sono un serpente da addormentare. Sento gi
Violetta finalmente s’interrompeva, sorridendo d’un sorriso fatuo. Di nuovo, la conversazione languiva. Allora Violetta si metteva al pianoforte e cantava. Tutti ascoltavano, con attenzione profonda. Alla fine, applaudivano. Poi sorgeva l’Areopagita, col flauto. Una malinconia immensa prendeva li uditori, a quel suono, uno sfinimento dell’anima e del corpo.
Ella disse: Grazie. Farai di me quel che vorrai. Un canto umano ora giungeva nella notte, coprendo il suono roco del flauto silvestre: forse un coro di trebbiatori, da qualche aia remota sotto la luna. Senti? io dissi. Ascoltammo. Il vento asolava. Tutta la volutt
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