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Aggiornato: 6 luglio 2025
Parlando della montagna, l’aggettivo che meglio combina col sostantivo estate è quello di sonora. Calda sulle Alpi l’estate non è da per tutto nè sempre, verde nemmeno; la grande estate dei classici non mi pare possa salire oltre i cinquecento metri d’altezza, nè convenire a luoghi angusti e nettamente limitati. Arsa l’Alpe non è quasi mai e mai la valle. Bionda non può essere una terra dove i pochi campi di biade sembrano piccole pezzuole stese al sole in un prato immenso; mentre invece dalle punte più ardue del Monte Bianco e del Monte Rosa fino all’ultima falda delle montagne (montagne, non colline), digradanti al piano, la stagione estiva canta, mormora, bisbiglia, echeggia, rimbomba, e tralascio l’infinita variet
E chinando il capo, volendo almeno trovare una scusa alla sua follia, cercando ancora un barlume di speranza nei ricordi, riandò tutto quel sogno di una notte di estate per cui ella aveva fissata la sua vita.
Anzi né ciel né terra né 'l mar era, né averli mai veduto mi sovvenne; non verno, estate, autunno, primavera, non animai de' peli, squamme o penne; non selve, monti, fiumi, non minera d'alcun metallo; non veli né antenne, mercé ch'era del Caos in la massa d'ogni ombra piena e d'ogni lume cassa.
Ho deciso di spendere nel mio castello trenta o quarantamila lire in abbellimenti,» soggiunse Quesnel, senza badare alla risposta del cognato; «mi son proposto di farci venire i miei amici nella prossima estate. Il duca di Durfort, il marchese di Grammont spero che mi onoreranno della loro presenza per un mese o due.»
L’inglese Vaughan scende a particolari, che hanno dello spiritoso e sono verissimi. Riassumiamoli. Facendo una visita a persone ragguardevoli, voi siete, secondo l’etichetta, condotti per una lunga fila di stanze, probabilmente fino ad un’ultima, in fondo, piccola ma bella, che è forse quella da letto, ove, se indisposta, la dama riceve. In inverno vi viene offerto caffè; in estate, acqua diaccia.
Gli spettacoli diversi dei quali eravamo successivamente stati testimoni nella notte sì stranamente impiegata, ci aveano singolarmente impressionati e come sbalorditi. Suonavano le quattro ed il giorno spuntava sopra Londra, dove, ad una latitudine di 52 gradi, il sole tramonta in estate quasi tanto tardi o sorge quasi tanto presto quanto a Pietroburgo. Avevamo bisogno d'aria, di luce.
Nè la casa ove nacque, nè la villa deliziosa che il Verdi abita di preferenza nelle sue vacanze di estate, fanno parte della grossa borgata che si chiama Busseto. Ma se Busseto non ha l'onore di aver dato i natali al più energico ed affascinante maestro dell'Italia contemporanea, a maggior dritto può gloriarsi di aver fornita a lui la prima educazione musicale, di aver compreso ed ammirato il di lui genio nascente. La casa dove il Verdi nacque è discosta da Busseto circa tre miglia. Io l'ho visitata con profonda commozione. Figuratevi una specie di tugurio di pietre e di calce, quasi isolato in mezzo ad una fertile pianura seminata di melica e di canapa. Si comprende come un artista nato in quel luogo debba conservare per tutta la vita l'amore dell'isolamento. A pochi passi dall'umile casicciuola, dove oggi una buona massaia alla domenica vende il vino ai contadini delle vicinanze, si estolle una chiesa di bella e maestosa architettura. In quella chiesa, all'et
A questo egli pensava mentre la carrozza percorreva l'antica via, quella via che don Pio aveva fatta tante volte a cavallo, per giungere a un convegno di caccia alla volpe, indossando l'abito rosso, in compagnia dei suoi amici, e delle signore più belle e più eleganti di Roma. Ma quei ricordi si perdevano in un lontano passato. Egli rammentava soltanto di avervi condotta Maria quando, nella prima estate che ella era a Roma, le faceva visitare i dintorni della citt
Gli avevano impedito qualsiasi corrispondenza: un arbitrio, che i nemici di Roberto avean saputo giustificare. Da anni, egli non avea più notizia neppure del suo vecchio padre. Eravi nel mezzo all'edificio della prigione uno stupendo cortile, di architettura antichissima: e spesso, di sera, in estate vi si raccoglieva la famigliuola del soprintendente: cioè la moglie di lui, e due bambini.
Per la prima volta pensai a mia madre quando mi nascondeva dietro la gonnella, e prendeva per se le busse che volea darmi mio padre; pensai alla mia povera Clelia, quando mi aspettava alla fontana; pensai all'oste di Zagarolo, che ha il vino tanto fresco nella estate; alla corda di mastro Alessandro, tanto innamorata del mio collo... e veruno di questi cari ricordi m'intenerì tanto, quanto la famosa donna Luisa Cènci.
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