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Aggiornato: 6 luglio 2025
I vecchi non potevano scostarsi dal cembalo, Dimoraron nella stanza più che non solevano le altre sere: il cieco fece più volte, come era usato, scorrer le sue dita sulla tastiera. Era una magnifica serata di estate.
La musica, dopo un poco, tacque: e Massimo se ne dolse; ora si sentiva più solitario, più annoiato, più insofferente che mai della sua dimora in Napoli. Che fare, dove andare, dove portare il suo corpo e il suo spirito, con quali sciocchi? con quali indifferenti, con quali esseri detestabili andare? Come passare quella notte di estate?
In una sera di estate, circa il tramonto del sole, le due signore tornavano a passo lento dall'oratorio in compagnia di padre Roberto, chè così si appellava il religioso. Sediamoci un poco su questo monticello di verzura, disse la signora non vestita a bruno. Con sommo piacere, rispose la compagna abbrunata, io infatti sono molto debole.
Ma lo sentivo a poco a poco salire, invadermi, abbracciarmi, ubbriacarmi... era in me, ne’ miei sensi, nel colore de’ miei vivi capelli, entrava, m’irradiava tutto l’essere, mi empiva di estate l’anima... E poichè i miei polsi erano congiunti, sentii che una mano li strinse, li piegò, mi curvò, smemorata, nella fiamma del raggio di sole...
⁴¹ Canceddi erano appunto i guidatori di bestie da soma, così detti dallo arnese a guisa di forbici che stava levato sul basto, e che chiamavasi appunto canceddu. ⁴² Atti del Senato, a. 1790-91, p. 132. Mastro Bernardo Rusciglione, dalla sua classica panca vendeva nelle Quattro Cantoniere acqua diaccia di estate, acquavite, centerbe, mmiscu d’inverno.
L'alba si annunziava appena nel cielo caliginoso. Sulla campagna rovinata dalla grandine soffiava un vento freddo che pareva di novembre. Tutto il poco raccolto della cattiva annata, distrutto, portato via! Così finiva quella terribile estate.
Una volta alla settimana il piroscafo dello Stato toscano, il «Giglio», fa in estate il viaggio per l'Elba, per portare i dispacci del Governo ed i passeggieri. Da Livorno il viaggio dura circa cinque ore, poichè si tocca Piombino, dove il bastimento si ferma per un certo tempo.
Gioioso incontro; qual veggiam, se il lume Rimena il sol de la fiorita estate, Che di volar gioconde han per costume Presso de l'aureo re l'api dorate; Con lui ne i campi erbosi, o lungo il fiume, O vanno intorno da le cere amate; Tal vanno i Rodïan, dove a grande agio Posi AMEDEO dentro il real palagio.
Ben altro vide Hyppolite d’Espinchal nei beati giorni della estate del 1800 in mezzo all’alta Societ
Regina aveva preparata una gita all'alpe del Giosuè per fare una sorpresa ad Amedeo, che vi doveva accompagnare alcuni signori di Cadenabbia. Una zia del giovine barcaiolo, che aveva lassù un pascolo e alcune capanne, avrebbe dato alloggio e allestito un letto sulle foglie di faggio: e poichè la luna viaggiava verso il suo pieno, c'era da godere una notte incantevole nella pace di quei monti. Flora, che cercava volentieri le distrazioni che aiutano a riflettere, accettò di accompagnarla. Per rendere l'improvvisata più gustosa, Regina propose di andare tutte e due vestite come le pastorelle «bergamine» che vi tengono le mandrie nei mesi di estate, cioè con una gonnella corta di traliccio turchino, colla bustina di velluto nero e una pezzuola in testa di cotone rosso, allacciata sulla nuca colle cocche sporgenti. Flora aveva gi
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