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Ma non era un buon vento; spirava da ostro, e spingeva le caravelle sull’isola del Ferro. Ore terribili furono quelle per lui. Ma anche per le navi portoghesi quel vento soffiava contrario. Non era dunque perduta ogni speranza per lui. Sull’alba della domenica, quel vento malaugurato cambiò finalmente, e le caravelle lo ebbero in fil di ruota.

Lorenzo ferraio, Toniello, Tata e Martuccia ascoltavano in silenzio alla lucerna: Martuccia soffiava il naso ad ogni tratto, Lorenzo ferraio e Toniello giocherellavano coi piccoli strumenti da lavoro e Tata, molto burbero, picchiava gli scarponi per terra.

Tra tutti i condannati della quinta camerata preferiva don Davide. Il sacerdote nel camiciotto del recluso gli faceva sanguinare l'anima. Non gli pareva giusto che un uomo di «talento», come diceva lui, fosse in prigione per avere del «talento». Don Davide si soffiava il naso sovente a Finalborgo. Aveva preso un raffreddore che gli era divenuto cronico.

In queste brutte disposizioni soffiava il cugino Zumboli. Era costui uno spilungone di vent'anni, verde come l'aglio e senza un pel di barba. Berretto sull'orecchio, cacciatora di velluto nero tutta tasche e taschette, anella di similoro alle dita.

Tanto era meglio aspettare domani o un altro giorno qualunque. E per tutta la passeggiata quella nuvola è discussa, lambiccata, ed è unico argomento della noiosa e fredda conversazione. Ecco il fumo! E bada bene di voler disarmare il brontolone collo scherzo amoroso, colla barzelletta faceta. Sarebbe come soffiare nel fuoco di Vigiona. Più si soffiava e più faceva fumo.

Faceva freddo, nonostante il sole pallido, e soffiava la bora; la folla s'era diradata, ma Loredana sentì che i passanti la guardavano, e parendole che ciascuno sapesse la sua storia, temeva in ogni sguardo una maraviglia oltraggiosa. Corse per raggiungere Adolfo Gianella, il quale s'era avviato egli pure e la precedeva di poco. Adolfo! chiamò, quando fu a un passo da lui.

Ei si guardò intorno, e veduta una lucerna in sulla scala, l'accese e la diede alla fanciulla, la quale entrò, ed egli chiuse la porta al di fuori; ascoltò attenta, e le parve che, in vece di salire, scendesse la scala, ma il vento impetuoso che soffiava sotto il portone, non le permetteva di distinguere alcun suono; infine, non udendo verun movimento nella camera superiore aveva detto il custode che stava la Montoni, stette viepiù perplessa.

Ora, al suo posto, aveva trasportato un piccolo braciere di creta, dove un fuocherello di carboncini ardeva: e sul fuocherello avea messo a cuocere le spighe di granturco. Con acuto e appetitoso odore le spighe si arrostivano e macchinalmente, con un ventaglio da un soldo, Vicenzella soffiava sul fuoco.

Ella amava pure i turbini e le tempeste. Quando la raffica soffiava violenta e le punte dei ghiacciai si illuminavano al bagliore dei lampi, M

Qualche volta i suoi impeti avevano del selvaggio, ma sempre erano mossi da istinti generosi. Per creare sulla scena i suoi quadri plastici, egli soffiava nella materia il suo spirito prepotente; come il Dio della Genesi, egli urlava il suo fiat alla terra ed alle onde, agitava gli elementi, suscitava l'uomo dalla creta. Paolo Giorza è una creatura del Rota.