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Sono considerati dei rognosi e presi a pugni e spesso a coltellate. Dove è uno di loro, l'ergastolano o il recluso o il detenuto non è più tranquillo. La sua vita rimane un tormento spasmodico fino alla sua scomparsa. Chi l'uccide diventa un eroe ed ha l'applauso generale, perfino, spesso, dei secondini che disprezzano le spie.

Il fluido nauseabondo vi sommerge come in un edificio coperto fino ai coppi di materie fecali. Credete di essere lasciato in pace ed ecco il delinquente che viene col secchione del latte a mescervene nella brocca cinque centesimi. Rimane chiuso per cinque minuti e poi si riapre per lasciar entrare il recluso con la pagnotta. Pane!

Scrissi nella lettera della mia indisposizione, aggiungendo «che adesso stavo bene». Si poteva essere più modesti? La direzione trovò modo di farmela rifare. Non le pare, signor direttore, o signor capo, che questa sia una notizia di carattere intimo? No, perchè il recluso non deve occuparsi di ciò che avviene nel reclusorio. Aguzzini! gridai mentalmente. Aguzzini!

«Non mi dimentichimi disse. E dicendolo si asciugava gli occhi, volgendosi dall'altra parte. «Se posso ritornare a casa, le assicuro che non mi vedranno più in questi luoghi. L'ho scontata troppo cara per dimenticare la vita del recluso. Poi ho la mamma e la sorella che mi vogliono un bene dell'anima. Lei ha letto l'ultima loro lettera e può dire se hanno del cuore

Se volete convincervi che l'ambiente agisce potentemente sull'individuo, invitate un ex recluso a pranzo. Osservatelo attentamente quando mangia e lo sorprenderete più di una volta in flagrante violazione delle regole più comuni della persona allevata bene. Don Davide Albertario.

Tutto sommato, erano ore deliziose. Il chiasso delle camerate vicine alla nostra cessava con la campana del silenzio. Salvo qualche gola che sprigionava versi da dannato o qualche voce che dava fuori nel sonno o qualche disgraziato che manifestava i suoi tormenti fisici con degli: oh Signor! femm morì, femm!, potevamo supporci in un sepolcro. Si poteva sentire la penna di qualcuno che s'impuntava sulla carta, o il piede di cimossa di un sottocapo in giro a origliare e a guardare attraverso i pertugi, o la respirazione di un recluso al di l

Giunse in vece sua un recluso dei fatti di maggio. Che aveva? Era egli ammalato? Nessuno ne sapeva niente e nessuno ci voleva dire niente. Alle nostre interrogazioni, si rispondeva con smorfie che suscitavano una curiosit

È la consegna dei reclusi dalla guardia notturna alla guardia diurna. Escono, si chiude e si schiude di nuovo il cancello per i reclusi che vengono a portar via il mastello dell'acqua sporca, per il recluso che viene a prendere il barile dell'acqua, per il forzato che vuota il «bugliolo» e il pitalone. Il «bugliolo» è il recipiente di legno con coperchio del liquido puzzolente.

Come si poteva scappare colla catena o cogli abiti del galeotto? E quando siete al largo e cercato dappertutto dagli agenti di polizia, dove andate a nascondervi? La vita del fuggiasco è più grama di quella del recluso. Credetelo. E come troverete da mangiare in giro, senza amicizie e senza denari? Rubando. E io non farò mai più il ladro.

Tra tutti i condannati della quinta camerata preferiva don Davide. Il sacerdote nel camiciotto del recluso gli faceva sanguinare l'anima. Non gli pareva giusto che un uomo di «talento», come diceva lui, fosse in prigione per avere del «talento». Don Davide si soffiava il naso sovente a Finalborgo. Aveva preso un raffreddore che gli era divenuto cronico.