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A quelle parole, accompagnate da una risata sonora dell'Illustrissimo, il segretario indietreggiò; e il giallore del suo viso, dal mento scorcio fino alla calva nuca, divenne un rosso di fuoco; chinò il capo per nascondersi, balbettò qualche scusa che finì in un sibilo strano; ed ecclissandosi dietro al corpulento maggiordomo che in quella avanzavasi, imboccò la porta e disparve.

Il professore italiano, si chiamasse pure Giosuè Carducci o Francesco De Sanctis, era in Italia un povero diavolo, che abitava al quarto piano, in un quartiere fuori mano, magari operaio, dentro una casuccia meschina, sguernita, spesso fragrante di cucina e sonora di querele e di risse puerili.

E in quel punto una voce vibrata e sonora ripetè le parole della fanciulla, e un giovane di bellissimo aspetto uscì da un cespo di dalie, e mosse incontro a Fidelia stendendole la mano.

Ho capito; gridò Ariberti; ed io sono una bestia. Ah, manco male! E quel battibecco d'innamorati finì in una sonora risata.

Il conte Confalonieri era in mezzo alla folla, e la sua voce, naturalmente sonora, faceasi talmente sentire, che il capitano Marini esortollo a recarsi a parlare al senato in nome del popolo; al che rispose il Confalonieri, non aver lui carattere ufficiale veruno che lo licenziasse a farsi organo del voto popolare.

Bianca sapeva come il celebrante avesse ad essere lui; ma assorta in quelle voci misteriose della fantasia, non lo vide entrare. Però quando la parola sonora e profonda del frate, si mescolò a quell'altre che udiva essa sola; le parve un aiuto che capitasse valido ed opportuno, si segnò e levò la fronte. Che valevano quelle note dell'organo, e quegli angeli della sua immaginazione?

Così, pari ad una fontana inesauribile, la Natura versava nel cavo dell'anima mia sonora le divine armonie della sua misteriosa ed infinita bellezza. E la mia anima le ripercoteva, estasiata. Pure una sera, mentre attendevo Giovanni, solo, nella dubia luce del crepuscolo, mi assalì il ricordo di lei: l'acre violento ricordo del suo profumo e delle sue carni. Oh la mia povera anima!

Parla bene, con voce sonora, dice di chiamarsi Rocco Lavarione, d'aver studiato all'universit

Pel vicino Canalazzo passava una gondola e il barcaiuolo con voce sonora gridava: Viva San Marco! Gridano: Viva San Marco! Vi...va San Ma...a...rco? ripetè a mezza voce Leonardo fermo sulla soglia. To...o...rna la Serenissima? Chi può dir nulla?... Se ne vedono tante.... Buona notte, signor conte. E la pattuglia si ritirò.

Non ne dubitare, angelo mio disse Marliani ricominciando a imprimere un'altra sonora dose di baci sulla di lei mano. E fu in questo punto e sulla frase: "non dubitarne, angelo mio" che Bibò fece la sua tacita comparsa dalla fatal porticina di fronte alla scrivania.