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Prima ancora d'arrivare a Torno, ebbe un battibecco col revisore dei biglietti, perchè gli sposi avevano in fallo occupati i primi posti coi biglietti dei secondi: fatto sta che il signor Bastiano dovette in faccia a tutti i signori e a tutte le signore inglesi pagare una differenza, arrossendo fino alle orecchie, come s'egli avesse avuto intenzione di non dare a Cesare quel ch'è di Cesare.

Gran battibecco per avere un ricovero, e ci vien poi data una mezza stalla, dove ce la passiamo con delle capre e tutto quello che si può trovare nel loro asilo notturno. La mattina dopo però il capo del villaggio ci invita a bere del tecc, ci usa mille riguardi e ci domanda mille scuse pel modo con cui fummo alloggiati, essendo lui assente e arrivato solo durante la notte.

Allora cominciò, come doveva poi accadere tutti i giorni, un gran battibecco fra servi, mulattieri e soldati per la ripartizione della mona. Era una scena amenissima. Due o tre di loro andavano e venivano per il campo a passi concitati, con un montone fra le braccia, invocando All

Entra poco dopo un messo con un corno di tecc e ci offre a bere, poi ci invita per ordine del capo a portarci da lui. Certo è per darci da mangiare, pensiamo, e pieni di speranze e d'ardire ci avviamo. Ras Area è seduto nell'angolo di un piccolo ricinto e circondato da una ventina dei più fidi compagni; salutiamo e ci disponiamo davanti a loro; un forte battibecco comincia, si fa viva una querela fra loro, dai gesti si vede che vogliono accusarci di qualche cosa; il nostro servo che fa da interprete dice ci ritengono malfattori; pensiamo ci scambino pei condannati che dovevano arrivare con noi e cerchiamo spiegarci, ma ad un cenno del capo una massa di soldati invade, ognuno di noi è preso da due per le braccia che ci tengono rivolte all'indietro; io porto il destro al collo, perchè sempre malato, si insospettiscono nasconda qualche arma, vogliono mostri il mio male. La questione si va facendo più seria, più complicata; il nostro Agos, l'interprete, giovane timido, grida: vi legano, vi legano; poi è preso da timore, piange, non sa più spiegarsi; alcuni soldati entrano con delle catene. In questo frattempo, anzi fin dal principio, il capo e parecchi dei suoi si armarono di carabine, vi misero le cartuccie e pronti tenevano queste armi rivolte a noi. Noi davvero non si sa che pensare; le nostre parole non sono intese, la nostra innocenza non vuol essere ammessa; ci guardiamo l'un l'altro, è inutile fare il forte, tutti son pallidi e come gli altri devo essere anch'io. Ferrari è condotto nel mezzo del recinto, inginocchiato col dorso rivolto alle carabine; in quel momento, confesso, lo vidi finito e immaginai tutti noi stesi con lui. La morte mi parve bella in quel momento e il pensiero correva triste all'idea di non essere finito d'un colpo, delle sofferenze delle ferite, d'esser forse destinati coi nostri patimenti a trastullo di quella canaglia. Nel volgere di pochi secondi migliaia di pensieri mi si presentarono alla mente e una vera lanterna magica dei miei cari, del passato, del mio paese, mi passò davanti agli occhi. È paura questa? se lo è, confesso d'averla avuta e non me ne vergogno; quando è dato mostrare di aver coraggio, credo non sia tanto difficile persuadere che non si ha paura, ma quando si vede la morte vicina e l'impossibilit

Don Pio aveva sentito il battibecco fra la moglie e il pittore, e non s'era mosso; egli lasciava che gli avvenimenti si compissero senza far nulla per trattenerli o impedirli. Era una fatalit

Orbene, la servirò io: si giuocano gli occhi. Diamine! esclamò il marchese Onofrio, che non capiva un'acca di tutto quel battibecco. Matilde, pallida, sbigottita, si era accasciata sul sof

Don Pio non rispose per non fare un battibecco in presenza della servitù, e per non sentir vilipesa Maria; ma da quel momento nutrì sospetti contro Fabio e promise a stesso di sorvegliarlo supponendolo ligio alla moglie e capace di riferirle quello che non voleva ella sapesse.

Forse vi è pure qualche cosa delle idee di quel parroco conosciuto dal Manzoni, nel battibecco fra Agnese e Don Abbondio sul titolo da darsi al cardinal Federigo "illustrissimo" o "monsignore" o "eminenza," ove Don Abbondio prova che il Papa ha decretato che i Cardinali si chiamino eminenze, perchè troppi si appropriarono il titolo d'illustrissimi. Un giorno, è vero, si chiameranno tutti eminenze, gli abati, i proposti, ma intanto per un po' di tempo, perchè gli uomini son fatti così, sempre voglion salire, sempre salire, i soli curati a tirar la carretta, e a pigliarsi del reverendo fino alla fine del mondo. Piuttosto, non mi meraviglierei punto che i cavalieri, i quali sono avvezzi a sentirsi dar dell'illustrissimo, a esser trattati come i Cardinali, un giorno volessero dell'eminenza anche loro. E se lo vogliono, vedete, troveranno ehi gliene dar

E adesso, per non riuscire stucchevoli ai lettori, lasciamo Tecla e Pasquale a finire il loro battibecco, che gi

Vitaliana, che aveva di ordinario poco spirito, si elettrizzava in mezzo a quel battibecco scintillante di sguardi bramosi, di motti squisiti ed aguzzati a punta d'oro, di lumi, di profumi, di bagliori, di gioie; in quella mischia di spalle nude, di petti alitanti, di occhi avidi, di gazes fiammeggianti che nel turbinio della danza sembrano ali ; di quella musica che scoppiettava come lo champagne e dava le stesse prismatiche ebbrezze.