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Aggiornato: 7 giugno 2025
O cara ochetta sentimentale e mesta, cara piccola oca bianca e malinconica, finirai per rassomigliare a un cigno diceva lui, con la sua voce sonora e pure velata che la seduceva, toccandone le fibre più recondite del cuore.
E s'udiva de' cavalli la lenta orma sonora. Poi, ne la grave santit
Un addio sommesso, uscito da una di quelle buche che chiamano finestre, vi giunge all'orecchio con tutti i larghi della voce squillante e sonora. L'alito diventa, per il recluso, un suono. Un suono dolce, un suono che va giù a remigarvi nell'anima come un notturno tenero ed elegiaco di Chopin.
Il paone, secondo che comprendere si può, ha queste proprietá: che la sua carne è odorifera e incorruttibile; la sua penna è angelica, e in quella ha cento occhi; li suoi piedi sono sozzi, e tacita l'andatura; e, oltre a ciò, ha sonora e orribile voce: le quali cose con la Comedia del nostro poeta ottimamente si convengono.
Litzine raccolse quella stupenda capigliatura come si raccoglie un grande fascio di fieno fragrante, e, prima di sciogliere l’uncino, profondamente v’immerse la bocca. Madlen rovesciò la gola, e rise. Rise forte, rise con una voce sonora, quasi torbida, una voce che udivo per la prima volta in lei.
Dopo tutto ciò, è facile immaginare che salto si sia fatto sulle seggiole il giorno che il signor Salomone Aflalo, secondo dracomanno della Legazione, si affacciò alla porta della sala da pranzo, e disse con voce sonora: È arrivata la scorta da Fez.
All'avvicinarsi dell'abate, Roberto gli fece grazioso saluto e lo invitò a sedere. Ugone si recò a baciare la mano della duchessa, e s'inchinò prima al duca poi ai baroni che così pomposa corte gli componevano. Indi presentò la lettera del papa. E Roberto la prese dalle mani di lui e la passò al vescovo di Bovino, il quale lesse a voce alta e sonora: « Gregorio VII, Pontefice massimo, servus servorum Dei, a Roberto Guiscardo duca di Puglia, Calabria e Sicilia salute ed apostolica benedizione, se vorr
Lo sguardo gli vagò incerto per la stanzetta, come se la mente lo mandasse in traccia di un pensiero smarrito. A che pensavi tu dunque, mentre io ti parlava? A nulla, Lottchen disse finalmente lui, con la sua voce grave e sonora. Sempre così, sempre così, Ulrich. Tu mi ami molto meno delle tue sciocche fantasie. Ulrich chinò il capo, e parve che attorno maggiormente gli si addensasse l'ombra.
Allora si leva in piedi, guarda innanzi a sè e rimane come istupidito. È lui, ancora e sempre lui il fante di picche! Il signor Asdrubale, col pugno sull'anca, colla faccetta petulante, se non ha un aspetto odioso, come pare a Donato, ha certo una gran voglia di ridere. A momenti spalanca la bocca sorridente e se la lascia scappare la sonora risata di soddisfazione che gli spira da tutti i pori.
Passavano queste immagini nell'onda sonora del trappolone, mescolandosi a una Variazione sulla Norma, una complicazione tremenda di semicrome, che le uscivano macchinalmente dalle dita....
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