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Aggiornato: 27 maggio 2025
Nell'ombra della sera che cresceva, il suo duro ed energico profilo teutonico si addolciva; e il corpo alto si curvava, quasi preso dalla stanchezza. Ulrich, tu non mi ascolti ripetè Lottchen, con una certa tristezza nella voce. Egli si volse, e sulle sue labbra spuntò un sorriso debole ed indeciso.
Egli sedeva nella sua cameretta, con la testa fra le mani, ansioso, trepidante. Era l'ultima prova che tentava. Sulla porta Lottchen comparve. Dove è Hans? chiese egli vivamente. È di l
Lo sguardo gli vagò incerto per la stanzetta, come se la mente lo mandasse in traccia di un pensiero smarrito. A che pensavi tu dunque, mentre io ti parlava? A nulla, Lottchen disse finalmente lui, con la sua voce grave e sonora. Sempre così, sempre così, Ulrich. Tu mi ami molto meno delle tue sciocche fantasie. Ulrich chinò il capo, e parve che attorno maggiormente gli si addensasse l'ombra.
Mentre Lottchen continuava a tormentarlo ed a tormentarsi, ricominciando per la centesima volta le sue recriminazioni, egli non osò risponderle parola. La fanciulla si chinava verso di lui per vederne il volto, ma si ritraeva scontenta: sulla faccia di Ulrich non si vedeva alcuna impressione. Solo un lieve tremolío gli agitava le dita.
Di nuovo il silenzio si fece. Niuno non lo interruppe più. Nell'ambiente caldo e bruno, si calmavano gli echi dei tre amori, così profondamente diversi fra loro. Eppure era lo stesso uomo che le amava tutt'e tre. Ebbene, Ulrich, non mi rispondi? chiese Lottchen, molto indispettita. Egli stava ritto presso la finestruola archiacuta, dai vetri impiombati, guardando fisso nella viottola.
Uno di quei giocattoli belli belli che tu solo sai fare? Sicuro, uno di quei giocattoli belli che io solo so fare. Ulrich per la prima volta sorrise d'orgoglio: ma fu anche una lagrima di orgoglio offeso quella che Lottchen celò andando in un'altra stanza. Il bimbo rideva e stringeva le mani, quasi che possedesse gi
Infine la bionda Lottchen si tacque, stringendosi nelle spalle, come se dicesse che tutto, tutto era inutile; ed i due fidanzati stettero per tanto tempo in quel silenzio penoso, pieno di pensieri dolorosi. Ad un tratto, mentre una fantesca posava un lume monumentale sopra la tavola, una voce infantile gridò di fuori: Zio Ulrich! zio Ulrich!
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