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Aggiornato: 9 giugno 2025
PANURGO. Vi chieggio una grazia, Gerasto, che possa baciar mio figlio, gli dia questa allegrezza e non lo facci piú disperare. GERASTO. Eccovi la chiave; quella è la stanza terrena. APOLLIONE. Entriamo. PANURGO. Essandro, padron mio caro, come state? ESSANDRO. Accompagnato da una amarissima compagnia di pensieri. PANURGO. Non domandi di tuoi successi? ESSANDRO. Per allungar la speranza!
PEDOLITRO. Ma a che proposito volervi dir queste bugie? Ma io non vo' che mi crediate. Eccovi una lettera che vi manda: conoscete la sua mano? PARDO. Questa è la sua mano. O Dio, che stretta mi sento all'anima, che mi restò scolpita in mezo al cuore. Volesse Iddio che tu fussi viva, che verrei io in persona a riscuoterti; e quando non potessi, soffrirei in tua compagnia i tuoi dolori.
Chi siete voi? aveva esclamato il signor Basilio ubriaco nel sentirsi prendere per un braccio mentre scivolando su di umido terreno aveva corso rischio di cadere. Chi siete voi? che volete? andate in pace, non ho che darvi. Ma il braccio che sostenevalo parea robusto per guisa che l'uomo gridò: Non stringete tanto. Eccovi un luigi d'oro.
LAMPRIDIO. Eccovi, madre, il bello sposo. TEODOSIO. O Sennia moglie cara, giá giá vi riconosco alle fattezze se di te non mente il vivo ritratto che n'ho sempre portato nel core; giá ti conosco alla sola vista. SENNIA. Questo altro giovane chi è? TEODOSIO. Eugenio vostro e mio figliuolo, che insieme con me fu rapito da' turchi.
Or quasi Ipalca ha smarrito il coraggio per il finto marito che gemea, e dice: Eccovi alfin quel dal formaggio. Caro Gesú! fuggir non si dovea. Marfisa è oppressa, ma l'ha minacciata con una guardatura spiritata. Prendesi alloggio, ed all'uomo-fanciulla venne un dottor d'una trista figura.
Ha voluto proprio disturbarsi a fare questa gita... poteva farmi avvertire.... Ho fatto la passeggiata con vero piacere... ora eccovi il denaro. Prenda una sedia e s'accomodi, mi rispose; poi si mise a chiamare: Giustina.... Giustina.... Giustinaaa. La bella moglie comparve sulla soglia colla testa alta, le mani sulle anche, i gomiti sporgenti.
Tanto è vero cotesto, che come furono nella strada in cui abitava la sua compagna, egli si dispose con molta disinvoltura al commiato. Eccovi a casa vostra; le disse. Mi toccher
Eccovi qui; faceva tanti mucchietti, l'uno daccanto all'altro e contava: questo a me questo a te questo a me. Poi si fermava e tornava a contare: questo a me questo a te questo a me; poi.... Basta, basta, ho capito. Ma anche col vostro conto, io non piglierei più di cinquecento lire.
«Eccovi la mia vita; sono stanco, e sapete il perchè? Io credo di averlo indovinato. Di tanto in tanto, sul mare della vita vi colgono di cosiffatte calme moleste; non tira una bava di vento; la vela non giova, e non s'ha braccia per andare a remi. Io sono in questo misero stato, e se non fossi il vostro medico e non temessi colle opere di far contro alle mie stesse parole, potrei dirvene di belle, circa la utilit
Dopo alcune ore di spasimo, la poveretta morì. "Così rimasi sola col generale. Fui posta in un collegio e vi passai ìa vita fino a sedici anni; poi mi ricongiunsi al mio benefattore. "Eccovi il mio romanzo. Se devo giudicare dal concetto che io mi sono fatto di voi, non avrò a temere che sia per scemare la vostra stima a mio riguardo.
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