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Il dramma non era che una indigesta e gaglioffa parodia dell'avvenimento della giornata, colle solite invettive ai consorti, ai tiranni, agli uomini della reazione. Abilmente riprodotti a mezzo delle maschere guttaperche, sfilavano sulla scena i principali attori del dramma cittadino.

E il primo è il silenzio di Niccolò Speciale, Saba Malaspina e Bernardo d'Esclot, che trattan tutti i particolari dell'avvenimento di re Pietro in Palermo; e il d'Esclot, cap. 91, dice del parlamento, e dell'omaggio fatto al re, e del banchetto che seguì; ma non fa parola punto poco del coronamento, che in que' tempi, come sa ognuno, era tenuto essenziale e impreteribile.

Cosicchè tutti correvano: noi per assistere allo spettacolo correvamo sul teatro dell'avvenimento, il vino correva per la cucina, il sorcio correva pei campi, Martino correva per la corte, il signor Nicola correva dietro a Martino, la Menica correva dietro al signor Nicola, e lo raggiunse abbastanza in tempo per salvare il domestico da un colpo di bastone, che avrebbe dovuto piuttosto uccidere il sorcio.

Oggi gran rumore nel palazzo, a cagione del primo ed unico tentativo di conquista amorosa, fatto da un cristiano del basso personale dell'ambasciata. Questo buon giovane, al quale cominciava a pesare, a quel che sembra, la vita diplomaticamente austera che si mena da quaranta giorni; avendo visto, non so di dove, una bella mora che passeggiava in un giardino, pensò (tutti hanno le loro debolezze) ch'essa non avrebbe potuto resistere alle attrattive della sua bella persona, e senza badare al pericolo s'insinuò per un buco del muro nel recinto vietato. Se, giunto in cospetto della ninfa, abbia fatto una dichiarazione d'amore od abbia tentato di sopprimere il preambolo, se la ninfa gli abbia prestato orecchio pietoso o sia fuggita strillando, non si sa, poichè tutto, in questo paese, è mistero. Si sa però che tutt'a un tratto sbucarono di dietro a un cespuglio quattro mori armati di pugnale, due dei quali gli si slanciarono contro da una parte e due dall'altra; e che il malcapitato seduttore o non sarebbe più uscito del giardino, o ne sarebbe uscito con qualche occhiello nelle reni, se non fosse comparso improvvisamente il caid Hamed-Ben Kasen Buhammei, il quale arrestò con un gesto imperioso i quattro cerberi, e diede modo al fuggitivo di riportare la pelle intatta al palazzo. La notizia dell'avvenimento si sparse, ci fu un sottosopra, il colpevole ricevette una solenne ammonizione in presenza di tutti e il Comandante, sempre spiritoso, gli fece per giunta un sermoncino che gli produsse un'impressione profonda. Che le donne degli altri, e particolarmente le donne dei mussulmani, bisogna lasciarle stare; che quando si è con un'ambasciata europea nel Marocco, bisogna far conto di non esser più un uomo; che nei paesi maomettani queste quistioni di donne finiscono facilmente in quistioni politiche; e che sarebbe una bella responsabilit

Ti aspettavo per telegrafare; completa tu i particolari che mi ha dato Caruso; è bene che di questa elezione si parli in provincia: l'idea del principe della Marsiliana è splendida. Io conto di fare nel Fieramosca un capo cronaca dell'avvenimento di stasera, diceva il Peronelli, fumando lentamente la sigaretta e sorbendo il cognac a centellini. Hai visto, Rosati, se c'erano giornalisti alla cena?

Don Pio non badava alla madre; egli era sotto il fascino della bellezza di Maria, della sua freschezza d'impressioni, di quella maniera ingenua e schietta di esprimerle, di quella grazia che fa delle veneziane le donne più attraenti d'Italia. Tutti erano lieti a quella tavola, tutti lo dimostravano. Lieti dell'avvenimento della giornata, lieti di quella improvvisata, lieti dei discorsi scambiati, meno che donna Camilla. Pareva che ella non capisse ciò che dicevano, non le importasse di nulla, che biasimasse l'allegria, e l'occhio freddo di lei si staccava a stento dal piatto. Rispondeva con monosillabi se interrogata, e pareva che col suo contegno freddo e compassato dicesse ai convitati: "Stasera vi tollero perchè mi siete imposti, ma non siete miei pari e non ho nulla di comune con voi." La freddezza della principessa della Marsiliana non alterava per altro la generale allegria. Si beveva e si parlava senza badare a lei, e la banda, accorsa nel cortile del palazzo, suonava un pezzo dopo l'altro sperando di avere un bel regalo dal principe, mentre Ubaldo esponeva la necessit

In villa e per tutta quanta la tenuta la relazione dell'avvenimento aveva suscitate forti emozioni, ammirazione illimitata per Drollino, e dubbi gravi assai. Da tutti si compiangeva il giovane capo di scuderia, si vantava il suo atto eroico di abnegazione, gli si perdonava ora, in grazia dell'accaduto, il suo carattere aspro e orgoglioso, le bizze, l'indipendenza un po' selvatica del suo passato.

Sergio corse alla camera di Regina, l'infraperse.... e fuggì. Il dottore di Nubo, istruito dell'avvenimento, arrivò quindi a poco. Egli entrò nella camera dove era il cadavere, innanzi al commissario di polizia. Il commissario leggeva la lettera di Regina. Il dottore indovinò tutto, di un sol tratto, di un solo sguardo, ed uscì.

Ma questo palazzo, se la tradizione non è bugiarda, fu testimonio di una comica avventura seguita a Napoleone il Grande. Durante il suo brevissimo soggiorno in Utrecht egli occupò la camera da letto di suo fratello Luigi, ch'era attigua alla stanza da bagno. Si sa che, dovunque andasse, conduceva con un servitore, il quale aveva l'esclusivo incarico di tenergli pronto un bagno per qualunque ora del giorno e della notte. La sera ch'egli arrivò ad Utrecht, di malumore, come fu quasi sempre in Olanda, andò a letto per tempo, e lasciò, se per inavvertenza o per proposito la tradizione non lo dice, la porta della camera aperta. Il servitore del bagno, ch'era una buona pasta di brettone, dopo avergli preparata la tinozza in un'altra stanza, se ne andò a letto egli pure, in un camerino poco lontano dalla camera imperiale. Verso la mezzanotte si svegliò improvvisamente assalito da quei dolori che impongono di pigliare la via più breve per arrivare alla mèta, saltò giù dal letto, e in camicia com'era, e pien di sonno, si mise a cercare la porta tastoni. La trovò; ma per il suo malanno, non conoscendo bene il giro delle stanze, invece di riuscir dove voleva, capitò dinanzi alla porta dell'Imperatore. Sospinse, la porta s'aperse, entrò, ed entrando, rovesciò un seggiolone. Una voce terribile, quella voce! gridò: Chi è? Il povero giovane, agghiacciato dallo spavento, si sforza di rispondere, e la parola gli muore sulle labbra; tenta di uscire per dove è entrato, non trova più la porta; sbalordito, tremante, cerca un'uscita da un'altra parte. Chi è? ripete l'Imperatore con voce tonante, balzando in piedi. Il servitore, affatto fuor di , gira, tasta, inciampa in un tavolino, rovescia un'altra seggiola. Allora Napoleone, non dubitando più d'un tradimento, afferra il suo grosso orologio d'argento, si slancia addosso al malcapitato, lo agguanta alla strozza, e gridando aiuto con quanta voce ha nella gola, gli martella la testa di formidabili colpi. Accorrono i camerieri, i ciambellani, gli aiutanti di campo, il prefetto di palazzo colle spade e coi lumi, e vedono.... il Grande Napoleone e il povero servitore, in camicia tutti e due, in mezzo a uno scompiglio di casa del diavolo, che si guardano a vicenda, l'uno in atto di profonda meraviglia, e l'altro in atto di preghiera supplichevole, come in una pantomima da teatro. Si sparse la voce dell'avvenimento nella citt

Anche lui, rimasto sempre a Santo Fiore, contento come una pasqua dell'avvenimento insperato, faceva andare i cavalli con un trotto limitato, ammiccando alla buona i conoscenti, che vedeva alle finestre, come per dir loro: È qui, è venuta, è tornata finalmente, la padroncina!... Maria aveva avuto un bel crescere, maritarsi e far figliuoli; il buon uomo la chiamava ancora, come l'aveva chiamata sempre, la padroncina.