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Perchè non fu eseguito il disegno, confessato certo nell'esito anche da chi dissentiva? Perchè una sola frazione di popolo oprò, mentre l'altre non si mostrarono? Nessuno, spero, tra gli onesti si aspetta ch'io, per compiacere a gazzettieri di corte, o di ciambellani in aspettativa, tradisca segreti che involgono vite e speranze future. Basta a me, al mio collega e a quanti fra gli esuli si adoperarono con noi, l'aver dichiarato, senza timore d'essere smentiti da quei che all'interno guidavano, che noi seguimmo e non provocammo, che diemmo ajuti, e non cenni a chi volea fare; che per noi si fece ciò che ci parve fosse debito nostro, e non s'impose ad altri di fare il loro. Bastino, a provare la vastit

Il re, coll'assisa di generale, in berretto, montava un cavallo arabo storno, e lo seguiva un codazzo di generali, di ciambellani, di servitori; Fanti, ministro della guerra, e Farini, vicerè di Napoli in pectore, esso pure insaccato in una capace tunica militare; tutta gente avversa a Garibaldi, a codesto plebeo donatore di regni.

Ma questo palazzo, se la tradizione non è bugiarda, fu testimonio di una comica avventura seguita a Napoleone il Grande. Durante il suo brevissimo soggiorno in Utrecht egli occupò la camera da letto di suo fratello Luigi, ch'era attigua alla stanza da bagno. Si sa che, dovunque andasse, conduceva con un servitore, il quale aveva l'esclusivo incarico di tenergli pronto un bagno per qualunque ora del giorno e della notte. La sera ch'egli arrivò ad Utrecht, di malumore, come fu quasi sempre in Olanda, andò a letto per tempo, e lasciò, se per inavvertenza o per proposito la tradizione non lo dice, la porta della camera aperta. Il servitore del bagno, ch'era una buona pasta di brettone, dopo avergli preparata la tinozza in un'altra stanza, se ne andò a letto egli pure, in un camerino poco lontano dalla camera imperiale. Verso la mezzanotte si svegliò improvvisamente assalito da quei dolori che impongono di pigliare la via più breve per arrivare alla mèta, saltò giù dal letto, e in camicia com'era, e pien di sonno, si mise a cercare la porta tastoni. La trovò; ma per il suo malanno, non conoscendo bene il giro delle stanze, invece di riuscir dove voleva, capitò dinanzi alla porta dell'Imperatore. Sospinse, la porta s'aperse, entrò, ed entrando, rovesciò un seggiolone. Una voce terribile, quella voce! gridò: Chi è? Il povero giovane, agghiacciato dallo spavento, si sforza di rispondere, e la parola gli muore sulle labbra; tenta di uscire per dove è entrato, non trova più la porta; sbalordito, tremante, cerca un'uscita da un'altra parte. Chi è? ripete l'Imperatore con voce tonante, balzando in piedi. Il servitore, affatto fuor di , gira, tasta, inciampa in un tavolino, rovescia un'altra seggiola. Allora Napoleone, non dubitando più d'un tradimento, afferra il suo grosso orologio d'argento, si slancia addosso al malcapitato, lo agguanta alla strozza, e gridando aiuto con quanta voce ha nella gola, gli martella la testa di formidabili colpi. Accorrono i camerieri, i ciambellani, gli aiutanti di campo, il prefetto di palazzo colle spade e coi lumi, e vedono.... il Grande Napoleone e il povero servitore, in camicia tutti e due, in mezzo a uno scompiglio di casa del diavolo, che si guardano a vicenda, l'uno in atto di profonda meraviglia, e l'altro in atto di preghiera supplichevole, come in una pantomima da teatro. Si sparse la voce dell'avvenimento nella citt

«L'entusiasmo della gioia scrive un testimone oculare e della devozione spinse a tentare di staccare i cavalli della carrozza, ove trovavasi la R. Coppia, onde trarla a braccia; e sol si ristette al cenno di desistereIl corteggio si componeva, oltre la carrozza dei sovrani, di altre quattro carrozze occupate da Ciambellani, Cariche e Dame di Corte.