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Che se da' suoi sovrani non sará poscia provveduto acciò non si spendano se non al giusto valore, faranno alzar di prezzo le migliori, ed i sudditi, che non conosceranno che l'accettar cosí quelle monete sia lo stesso che vender l'oglio a tanto minor prezzo, s'ingegneranno di spenderle secondo il valor abusivo a che le hanno prese, con pubblico pregiudizio.

In questo frattempo un'altra guerra era scoppiata in Abissinia. Devo premettere, che per tradizione è privilegio del principe del Tigré di domandare al patriarca d'Alessandria l'Abuna, o vescovo cofto che deve risiedere in Abissinia e che solo ha il diritto di incoronare i sovrani.

Quali fossero da questo punto di vista le condizioni della Capitale ce lo dice il Villabianca in una pagina del suo Diario; e noi, anche con la certezza di tornare su quello che abbiam detto, la trascriviamo come informe ma fedele pittura dello stato dell’Isola mentre vi mettevan piede i sovrani.

Così nata l’alta classe, a poco a poco, col progredire dei secoli, col succedersi degli avvenimenti, con gli incessanti bisogni dei sovrani, diventava una legione con diritti e preminenze tutte proprie.

I collegi elettorali e i loro partigiani avevano cionnonpertanto parecchi giorni ancora di rispitto, duranti i quali potevano impunemente e senza ostacoli far la parte di sovrani.

I sovrani non tenevano verun conto delle sue millanterie; lo rimproveravano in quella vece della sua disobbedienza all’almirante, e finivano dispensandolo da una visita che sarebbe stata penosa per tutti.

Un servizio reso a due sovrani ne aveva fatto un diplomatico. La condiscendenza di un ministro, suo parente, si era prestata a far destinare questo diplomatico all'ambasciata di Parigi. Il favore e la compiacenza avevan potuto conferire la funzione, ma non crear l'uomo. A quell'epoca, re Comodo era in delicatezza con la Rivoluzione di luglio.

Non più preti sovrani! non più farisei, che benedicono e uccidono colla medesima mano! Don Omobono, che non sapeva ormai più che contegno tenere, li salutò con un: Prosit! E se ne andò, passando nella sua camera.

L’almirante mostrò al giovane cacico alcune monete d’oro, all’effigie di Ferdinando e di Isabella, tentando, con l’aiuto degli interpetri, di fargli capire che quelle due immagini esprimevano i volti di due potenti sovrani, dalle cui terre egli era venuto, attraverso l’Oceano.

Quando, alle nove precise Nancy e Anne-Marie, colle destre ignude, traversavano la fila di sale la sala rossa, la sala gialla, la sala azzurra fino alla sala bianca ed oro, dove i Sovrani li avrebbero accolti, Bemolle li seguì tremando. Dietro a lui veniva un risplendente lacché, in livrea scarlatta, portando il violino e la musica. La Regina mosse incontro a Nancy e a Anne-Marie.