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Movevano, ma fu gran fatica pei condottieri, montati sull'asine e sulle giumente tutte nappe e sonagliere, meglio che nella festa di Sant'Antonio. La moltitudine strepitava camminando come gualdana infernale; miscuglio di entusiasmo, di vero valore, e di grosse millanterie. Qua cantavano salmi o canzoni popolari: l

Esso fa poche parole, poche millanterie, ma se si mette in capo d'eseguire qualche cosa, la fa a dispetto di qualunque pericolo. Così non sono molte delle popolazioni Italiane: molto chiasso, molte ciarle e fatti pochi.» «Ecco adesso incaponirsi a non voler lasciar imbarcare i Volontari; ma vi sembra, generale! Cosa diavolo voglion far qui di quella banda di scapestrati

Il 25 marzo a Brescia, ove nulla si sapeva del disastro toccato alle truppe piemontesi, si procedeva alla nomina del Comitato di difesa nelle persone dei cittadini Cassola e Contratti i quali pubblicarono il seguente proclama Brescia, 26 marzo 1849. Cittadini! La patria è in pericolo! Ora è il momento, o bresciani, d'agire e di fare conoscere che le vostre promesse non furono millanterie.

Narra il Torre, che millanterie ne corsero da una parte e dall'altra; infermit

TRINCA. Dice che ci prattica per udir quelle sue millanterie, e se prende spasso de fatti suoi. Onde il padrone in modo se trafisse queste cose nel capo, che non sarebbe possibile cavarnele piú. TRASIMACO. Mi avete detto a bastanza, perché la materia abonda troppo. TRINCA. È piú di quello che mi avete dimandato.

Dubito se arriverete al termine del vostro viaggio senza trovare qualcuno che... Che cosa? Che v'abbia a rivedere il pelo. Siete mai stato in Guascogna? Oh! che voi siete Guascone? Per l'appunto. È una provincia che in fatto di millanterie ha delle tradizioni grandiose; spero che saprete farmi conoscere tutta la estensione del pericolo che io avrei corso se vi avessi insultato nel vostro paese.

I sovrani non tenevano verun conto delle sue millanterie; lo rimproveravano in quella vece della sua disobbedienza all’almirante, e finivano dispensandolo da una visita che sarebbe stata penosa per tutti.

Martino Alonzo aveva fatti male i suoi conti. La Nina, non che perdersi, era giunta prima di lui; e quella tal lettera ch’egli si era affrettato a mandare da Baiona ai reali di Castiglia, correva rischio di essere interpetrata e giudicata molto severamente, così per le millanterie del suo autore, come per il silenzio serbato intorno al comandante della spedizione, al vero scopritore delle nuove terre di l