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Aggiornato: 1 giugno 2025
Pensieri terribili si urtavano nel suo cervello: la sua mente non poteva distaccarsi da Adriana e si chiedeva chi fosse l'uomo che gliel'aveva rapita. Il nome del marchese Diego gli corse sulla bocca e lo ripetè più volte con una specie di delirio. Sì... doveva essere lui, il preferito del conte Patta. Ma Adriana non aveva sempre detto che l'odiava?
Ha delirato? Scende gli altri gradini, sollecita, e s’appressa. La Salvestra. Non è che un’idea, signorina. La chiamano delirio. La Rondine. Sempre il padre? La Salvestra. Sempre. È un’idea che non l’ha lasciata mai. Anche prima di tornar qui, non faceva che rimuginarla. Io lo so. Non me ne scordo dei giorni neri che ci toccò passare quando la signora Costanza si rimaritò col signor Gherardo.
Una terribile battaglia si combatteva nell'animo suo. Dopo quel primo giorno di delirio, in cui l'umanit
Lo eravate, ma più nol siete, voi riflettete ora... Fu in un istante di delirio che voleste privarvi di vita; ma non siete pazza, bensì responsabile in faccia a Dio delle vostre azioni. Ciò che avrebbe potuto perdonarvi in quell'istante di delirio, ora più non vel perdonerebbe.
Il raccoglimento degli alberi, il cadere del sasso, il quasi impercettibile spostamento dei rami, dei sottili fili d'erba al passaggio di un insetto, gli riempivano il cuore di una dolcezza traboccante; per cui la sua preghiera era spesso accompagnata da altre piccole preci, da slanci di riconoscenza e d'amore, da un tenero delirio e da una compenetrazione così intima della bont
«La tua coscienza....» «La mia coscienza! Non te l'ho io detto che spaventerebbe Satana stesso? non ti ho io detto ch'ella è opera tua?» «Traditore!...» «Taci, vituperato. Non sei tu quegli che fingendo amicizia mi rapisti l'amore di colei ch'io amava di rabbioso delirio?
Era una bella sera di luglio, una di quelle superbe sere italiane che han formato mai sempre il delirio dei poeti e la disperazione dei pittori. Iddio, che le ha destinate gelosamente per questo popolo, tanto maltrattato dagli uomini, non patisce che l'opera suprema della sua mano venga sfigurata dall'arte.
Gli occhi volevano schizzare dalle orbite, i denti battevano, il palpito de' due cuori era febbrile e violento, un tremito di convulso livore correva loro attraverso la persona: il delirio della tenzone riusciva al suo colmo, e però fu giocoforza finissero.
Leggete le ultime settanta pagine, quando si incendia il bosco per opera dell'eroe Mafarka, quando egli sradica trecento piante fortissime dalla foresta per darle alle fiamme. Non sembra più nemmeno un eroe, sembra quasi Orlando innamorato che è diventato Orlando pazzo; ha la forza di una iperbole, ha la forza di un'ubbriachezza; in fondo è un delirio, è un simbolo. L'arsione delle piante è una sfida al vento. È la gioia dell'uragano che balza verde e livido fra gli scogli della notte, la gioia di questo Gazurmah, l'aeroplano che è uomo, l'eroe che è un simbolo, il figlio che è nato dalla monogenesi. Oh! il gran sogno di fendere l'azzurro, di correre sopra gli uomini, di dimenticare le basse contese, le contumelie, le invidie, i rancori, di affermare la dignit
Fui diversi giorni in delirio; quando rinsensai, ero su una galea; mi si conduceva a Venezia.... Cercai quelle lettere, che portavo sopra di me, più non vi erano... Pazienza!... State tranquilla, le avrò perdute nella battaglia, in mare forse.... Addio dunque.... Addio. E l'ufficiale prese una mano della duchessa, e la baciò. Partite, diss'ella risolutamente. Perdonate.
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