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Aggiornato: 29 giugno 2025
SANTINA. Io con men di cento. GERASTO. Io con men di cinquanta. SANTINA. Io con men.... GERASTO. Lasciami finir di parlar, se vuoi. Colui se la torrá nuda. SANTINA. Questo mio gli fará la sovradote. GERASTO. Il mio gli dará cento ducati di piú. SANTINA. Il mio, dugento. GERASTO. Il mio.... SANTINA. Anzi il mio.... GERASTO. Tu non sai che voglio dire, e passi innanzi.
Terzo, aggiungo io, perchè tra i due mali di spendere tre lire e cinquanta centesimi per un libro italiano o uno francese tu scegli giudiziosamente il minore e compri il libro francese. Ho indovinato? No.
Ma tanto lui come il conduttore si mostrarono assai sorpresi. «Quoi»? disse il conduttore, «et moi donc? Pas de pourboire»? Il facchino sorrise, sputò, e disse a Nancy: «Faut lui donner son pourboire». Allora Nancy diede cinquanta centesimi al conduttore, e disse al facchino di portare la valigia all'Hôtel des Colonies. Egli se la caricò sulla spalla e s'avviò prontamente.
«Mentre quella menzogna si faceva ogni giorno più palese, il popolo di Trastevere, memore del suo passato, scese in campo, e afferrando con mano febbrile le poche armi restate in suo potere, si chiuse in una delle sue case come in una fortezza, e sfidò tutto l'esercito pontificio ad una lotta leale e cruenta. Erano cinquanta contro mille; ogni strumento, ogni arnese era un'arma, e per quattro ore resisterono. Il popolo inerme cercava di portar loro soccorso, ma ogni accesso era chiuso; impossibile avvicinarsi ai combattenti. Il numero soverchiò finalmente il valore; gli zuavi riuscirono, mentre gi
PANFAGO. Da quaranta in cinquanta, e giá li voleva portare in Ispagna; ma per aver incontrato per il camino certe fuste le quali facevano l'amore con la nostra nave, l'è paruto piú sicuro fermarsi qui in Napoli, se forse li potesse qui smaltire. MANGONE. Filace, vien qui fuori. FILACE. Eccomi. MANGONE. Hai dato da far collazione a quei giovani?
Vuol dire che sei migliore di me, perchè io lo capisco e.... Stende la mano. Cinquanta, l
A venti passi dalla tenda, scesero dai loro cavalli bardati di tutti i colori dell'iride, e si slanciarono verso di noi gridando tutti insieme: Benvenuti! Benvenuti! Benvenuti! Il governatore era un giovane di fisonomia dolce, d'occhi neri, di barba nerissima; tutti gli altri, uomini tra i quaranta e i cinquanta, d'alta statura, barbuti, vestiti di bianco, lindi, profumati, che parevano usciti da uno scatolino. Strinsero le mani a tutti, girando intorno alla tavola a passo di contraddanza e sorridendo graziosamente, e poi si radunarono daccapo dietro al Governatore. Uno d'essi, vedendo per terra un briciolo di pane, lo raccolse e lo rimise sulla tavola dicendo alcune parole che significavano probabilmente: Scusate: il Corano condanna il disperdimento del pane: io faccio il mio dovere di buon Mussulmano. Il Governatore offerse a tutti l'ospitalit
Il 26 tre compagnie e cinquanta irregolari partiti da Monkullo per vettovagliare Saati, furono attaccate a mezza via. Dopo parecchie ore di combattimento, la colonna fu distrutta. Novanta feriti sono gi
Scrissi in quel giornale da cinquanta a sessanta articoli d'argomento Svizzero o intorno alla questione Europea . Le più tra le idee ch'io v'espressi furono più dopo da me trasfuse in altri scritti.
Esse daranno alla luce una stirpe d'eroi semidei, e saranno molto feconde ed esenti da vecchiaia, secondo mi convince il tripode fatidico. Questa dote ottenni solo io fra cinquanta gagliardi fratelli, e fui profeta degli
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