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Aggiornato: 3 giugno 2025
Ella credette sognare, vedendo sbucar d'un tratto da una siepe del giardino e correre verso di lei uno svelto bambino tra i sette e gli otto anni. Era vestito di bianco; i calzoncini chiusi al ginocchio lasciavan nudi i polpacci: un berretto di panno sui capelli neri era un poco inclinato verso l'occhio destro. Teneva in mano una canna alta e flessibile, da cui gocciolava l'acqua.
Tu, Dio, queste cose vedi? Le vedi, e le consenti? Tu hai rotto la canna inclinata... ed io mi chiamo vinto... oh! oh! E così mormorando, con la morte nell'anima e le mani nei capelli, traendo dolorosi guai abbandona la casa. Chiunque lo avesse visto, e gli fosse pure stato nemico, avrebbe detto: «il Signore abbia misericordia di questo sciagurato!»
Quando io scriveva le precedenti pagine, non poteva prevedere quale stupendo sviluppo fosse per prendere in breve volger d'anni la storia della mia patria. La folle dichiarazione di guerra di Napoleone III, derivata dal culto barbarico per l'idolo militare che ancora perdura in Francia, ha prodotto conseguenze di primaria importanza storica. L'intelligenza e la forza della nazione tedesca spezzarono la temuta potenza della Francia imperiale come una canna marcita. L'imperatore francese, i suoi generali, i suoi marescialli, il suo grande esercito, una volta terrore del mondo, come per una malìa, son fatti d'un tratto prigionieri di guerra. Il grande Impero francese si dissolse in polvere al tocco elettrico dello spirito nazionale tedesco, ed il papato, l'antico papato imperiale e millenario, si piegò anche esso inaridito ed inerte. Il re-papa latino e lo imperatore latino precipitarono insieme, ed in cospetto di Parigi assediata, nella notte di Natale del 1870, 1070 anni dopo Carlomagno, l'Impero, potenza nazionale tedesca, è ritornato alla dinastia protestante degli Hohenzollern. La fine dell'Impero nel 1806 appare oggi dunque soltanto come il principio di un interregno, il più lungo che la storia tedesca conosca. Ora noi incominciamo la riforma politica della Germania. E' sorprendente e bello poter oggi considerare la tenacia e la durata dell'idea imperiale, che è divenuta ora mirabile espressione del principio moderno della libert
Con rapido atto ne aprì la canna, scotendo per terra le cartucce. Poi gettò l'arma a un uomo che accorreva con altri da una vicina osteria. Indi in due salti fu di nuovo davanti al tilbury. Alzò i bellissimi occhi su Nancy, e sollevando il cappello con quel gesto largo e affettato che gi
Aiuto, Hassarn, urlò Abd-el-Kerim, cercando respingere gli assalitori. Tre o quattro fucilate scoppiarono verso il campo e s'udirono le sentinelle gridare l'allarme. Una seconda scarica mandò a gambe levate due beduini. Non vi era da perdere un solo istante; un forte drappello di Egiziani si avanzava a passo di corsa colle baionette in canna e alcuni basci-bozuk bardavano in furia i cavalli.
Ci vuole una canna più lunga, e son venuto a domandartela. Ella sorrise. La parola di lui era chiara e precisa, come era dritto e fermo il suo sguardo. Davvero? esclamò Nicoletta. Andiamo a vedere! E prontamente uscita in giardino, prese la destra del fanciullo nella sua sinistra. Vieni ad aiutarmi? egli disse contento. Vieni! Vedrai; è un bel bastimento; l'ha comperato il babbo a Parigi.
Le solite feste dello zio Alessio e della zia Costanza non mancarono; non mancò il solito invito fatto sempre con la solita frase: «questa volta, spero, vorrai passare alcuni giorni con noi;» gli offrirono vino, gli offrirono caffè. E don Alessio cominciò a darsi moto; s'affacciò alla terrazza, urlò con quanto n'aveva in canna allo stalliere di menar nella stalla la cavalla del signorino; s'adirò anche perchè non l'aveva gi
Un altro, che forata avea la gola e tronco 'l naso infin sotto le ciglia, e non avea mai ch'una orecchia sola, ristato a riguardar per maraviglia con li altri, innanzi a li altri apri` la canna, ch'era di fuor d'ogni parte vermiglia, e disse: <<O tu cui colpa non condanna e cu' io vidi su in terra latina, se troppa simiglianza non m'inganna,
Afferrò il revolver e lo avvicinò alle tempie. Il freddo dell'acciaio brunito gli recò un leggero sollievo, ed egli appoggiò per qualche secondo la fronte sulla canna a cui stava per chiedere un riposo più lungo.
Lei non domanderebbe questo ad un amico? Credo risposi che Le dirò perchè sono venuto ad Eichstätt, ma non adesso. Il dottor Topler si piantò, come un quadrupede curioso, su i due piedi, la canna e l'ombrello, torcendo in su il viso a guardarmi senza dir nulla; e riprese la via.
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