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Aggiornato: 3 giugno 2025
Ma or che m'avveggio, avea fatto un bel guadagno! che dove il mio panno è finissimo e val dieci scudi la canna, questo appena val cinque Ma per mostrar che son gentiluomo, andrò a maestro Rampino e gli dirò che vi dia le mie vesti per tutto oggi ch'or mi rincresce spogliarmi, e fra tanto vi darò trenta scudi in pegno, dove queste non vagliono quindici.
Avvenne una scena brusca tra lei e Filippo, il quale negò l'esistenza di un figliuolo, ma s'impennò all'idea di sposar quella «canna da zucchero» di Giselda Fioresi. Egli voleva esser libero; per dare scandalo, diceva la contessa Bianca; perchè era ancor troppo giovane, diceva lui.
3° gruppo Saccarosi, cui appartengono zucchero di canna, lattosio, mellitosio. Amido. Osservandolo ad occhio nudo appare polvere o masse irregolari di una bianchezza caratteristica: la luce del sole cadendo sull'amido lo fa parer lucente quasi fosse formato di piccoli cristallini.
Questi aromi erano i seguenti: 1º morderór mirra semplice, ovverosia quella che colava spontaneamente senza bisogno d’incisione; 2º kinamón cinamomo o canella odorosa; 3º canè boscem canna odorosa; 4º kidá cassia aromatica.
Egli aveva ravvisato sulla maschia fisionomia del nemico le care sembianze della sua Irene. Orazio aveva una canna della sua carabina carica e poteva ammazzarlo ma non si mosse. John all'incontro senz'altre cerimonie spianò la sua arma al petto del nemico e lasciò andare il colpo ma il braccio robusto di Orazio deviò l'arma, che andò a ferire uno degli assalitori che varcava allora la barricata.
Si arrestava con sfacciataggine a squadrarmi, colle mani dietro alla schiena, colle quali dimenava una grossa canna come una coda e con quegli occhi pesti pareva dirmi: Ocio, matricolino che so tutto e ti posso far legare. Il Trovatore, aveva delle velleit
La miccia fu accostata; il forellino diede una piccola vampata, e tosto dalla gran canna di ferro escì un globo di fumo, per entro a cui lampeggiava una grossa lingua di fuoco. Non fu un rumore secco, accompagnato da un sibilo, come era stato quello dell’archibugio; fu un rombo, uno schianto, che intronò gli orecchi di tutti gli astanti, a cui parve di avere udito il fragore del fulmine.
Ma Alberto si alzava reprimendo, per convenienza, un lieve stiramento delle braccia. Ho bisogno di muovermi diceva. Prendeva il cappello, la canna, la baciava e andava in farmacia a raggiungere gli amici.
I bastoni dei subalterni erano guerniti di un pomo d'avorio, quelli dei capitani di un pomo di metallo liscio dorato: i bastoni degli ufficiali superiori non avevano altro distintivo che un risalto anulare disposto verso l'attacco del pomo alla canna.
A sinistra dell'uscio, tra la tavola rotonda e il divano, uno scrittoio, con tutto il bisognevole, e due statuette di porcellana del Giappone, le quali sorridevano allo scrittore, e in mancanza dello scrittore, alla seggiola sulla quale avrebbe potuto sedersi. Tutt'intorno poi, incisioni, mensole che sostenevano statuette di gesso, pipe con la canna di gelsomino, e via discorrendo.
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