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Aggiornato: 29 maggio 2025
La sera grandi fuochi, chè si pretende abbondino i leoni, che hanno però il buon senso di non farci neppur sentire il loro ruggito. Mercoledì 19. Alle sette e mezzo in cammino: sempre lo stesso carattere, acace in pieno fiore ed un altro arbusto dal fiore odoroso che tiene della dafne e del gelsomino.
Diritta e bianca sorge in sul cammino Arido e triste della vita umana, Fragile come un fior di gelsomino, Eppur dotata di potenza arcana; Soave qual chi ancor ride al destino Ma altera come l'errante Dïana. Dalle svelte sue forme arrotondate, Dallo sguardo, un olir voluttüoso D'acri gioie imminenti ed aspettate Spira, desìr sotto le nevi ascoso.
La terrazza diventava bianca, bianca sotto il chiaro plenilunio estivo: tutto dintorno si ammorbidiva in quella luce placida e dolce. Piovevano i raggi sopra le quiete fogliuzze del gelsomino che pareano fatte di argento; piovevano sopra la lucida gabbia, dove gli uccelli dormivano col capo sotto l'ala, sognando forse il loro paradiso; piovevano i raggi come falde di neve sul volto di Clelia, e lo rendevano candido, senza un'ombra, tranne la riga nera delle ciglia abbassate. Le case avvolte in un'atmosfera afosa, lattea; senza un palpito il mare; la lontana curva di Posilipo perduta in una nebbia che era luce, somigliava sempre più alla testa di un animale fantastico immerso in una riflessione profonda; sulla serenit
Ah! quella cenetta, col pungolo dello paure, coi misteri piccanti del frutto proibito, era veramente incantevole! Donna Emilia, raggiante in un pittoresco disordine, rovesciava spesso la testa sulla spalliera, mostrava i denti bianchi come il gelsomino e diceva: Pare la scena del terz'atto del Divorçons!... è il secondo o il terzo? non me ne ricordo più.
Dagli orti, di nuovo, un confuso olezzo di fiori e di erbe odoranti arrivava, dove più acuto signoreggiava il profumo del gelsomino: ed essi andavano in quell'ombra, in quel fresco notturno, ignari della loro strada, sul molle terreno umido di brina che si faceva elastico sotto i loro passi.
Aprì pian piano la porta ed entrò in una vasta stanza, coperta da morbidi tappeti tinti a smaglianti colori, e arredata con divani alla turca e con grandi vasi di fiori ingiorò che spandevano all'intorno un olezzo delicato che aveva del gelsomino e della rosa. L
Era nuvolo, qualche goccia cadeva di tanto in tanto, ma non s'erano aperte le cateratte; gli alberi avevano tutte le loro foglie; quel gelsomino lì era tutto fiorito, quelle aiole eran piene di rose... Fortuna che sin dall'altro dì si sono messe al coperto le piante di limoni! E l'orto? chiese la signora. Oh, l'orto non patisce. Andiamo a vedere.
Hai tu uno zigaretto, mia buona Fidelia? Io ne tengo dei famosi, a me regalati da Speranza, mia sorella d'amore. Zigari alla Rosa? Meglio! Alla vaniglia! Meglio ancora! Al gelsomino? Fatene la prova, e giudicate. E Fidelia si levò dalla tasca un astuccio elegante, dal quale estrasse alcuni zigari bianchi come avorio, che distribuì alle compagne.
Alcuni, taciturni, aveano strano aspetto di carnefici o d'eunuchi. Ma le femmine cinte di ghirlande, con denti bianchi come il gelsomino, rideano tra 'l vapor de le vivande, suggean da coppe di smeraldo il vino. Il lor nitido riso giungea grato ai cuori, come un verso numeroso. Stendean le braccia, con un grazioso gesto, a mostrare il cùbito rosato;
Ancora un poco. Egli abbassava il capo, soffocando le parole che gli sgorgavano dalle labbra, interdicendosi persino di carezzare più le fredde dita della fanciulla, non volendo udire il profumo di gelsomino, che veniva da lei, di quell'unico gelsomino che ella aveva raccolto sul balcone e messo in petto, non volendo cedere alla voce di tenerezza infinita che emanava da lei e da tutte le umane cose, intorno. Sì, Massimo vedeva bene che ella sognava, oramai, il suo grande sogno, l'unico e ultimo sogno, sotto la gelida e allettatrice luce della luna, simile a Elena, la bionda: sentiva che vincendo la ragione dell'et
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