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76 Grida che si ritiri ognun da canto, spinge il cavallo e fa sentir gli sproni. Ruggier cent'altri n'avea uccisi intanto, e gran speranza dato a quei prigioni: e come venir vide Dudon santo solo a cavallo, e gli altri esser pedoni, stimò che capo e che signor lor fosse; e contra lui con gran desir si mosse.

60 poi con risposte più benigne molto a mostrarsegli affabile e cortese, e non negargli di fermar nel volto talor le luci di pietade accese: onde il pagan, che da lo stral fu colto altre volte d'Amor, certezza prese, non che speranza, che la donna bella non saria a' suo' desir sempre ribella.

64 Quando lo vide l'altro cavalliero la bocca sollevar de l'acqua molle, e ritrarne pentito ogni pensiero di quel desir ch'ebbe d'amor folle; si levò ritto, e con sembiante altiero gli disse quel che dianzi dir non volle: Sappi, Rinaldo, il nome mio è lo Sdegno, venuto sol per sciorti il giogo indegno.

Poco presso la Donna il piè riposa Sovra il sanguigno suol stesa e gelata Del Turco cavalier l'alma amorosa Per fervido desir tutta agitata; E spesso cangia via, creder non osa Che sia tra' rischi de la gente armata La gentil Damigella, e quinci ei prende A lei cercar fra le disperse tende.

I vaghi amanti erraron fino a sera Tra le aiuole e i sentieri, e nelle vaste Gallerie, su e giù tra le rimaste Gaie memorie d'una gioia vera. Il sorridente amor loro appariva Il sovvenir d'un sentimento fido, La lunga festa del nascosto nido, La passion che nel desir si avviva,

Era sul terzo lustro, e ne l'aspetto Le rideva il bel fior di gioventute, Ma per eccelso cor nudriva in petto Saldo desir d'ogni maggior virtute; Or quando udì ciò che Sangario ha detto, Del sovrano signor per la salute, Intenerita di Sultana al duolo, Franca disciolse a questi detti il volo. E disse: o del mio cor cara germana, Ed o cara reina, onde disperi?

Ma il cieco suo desir, che non assonna del scelerato amor traer costrutto, cercando va più dentro ch'alla gonna suoi vizi antiqui, e ne discorre il tutto. Mille pensier fa d'uno in altro modo, prima che fermi in alcun d'essi il chiodo. 35 Stette sei mesi che non messe piede, come prima facea, ne la prigione; di che il miser Filandro e spera e crede che costei più non gli abbia affezione.

Ma ratto a quel pregar per via spedita Trasvola inestimabile fulgore, E de l'eterno Re s'inchina al piede, E sovra i suoi desir grazia gli chiede.

tu, dolce amor mio, saprai gli affanni De la bella Isolina? Io, quando i cari Giorni ripenso, che l'amor ne diede Tutti sparsi di luce, e la promessa, Che a l'incerto avvenir m'obbliga il petto; E il ciel rigido miro, e con le cento Ali del mio desir navigo il mare, Calar veggio dal ciel, sorger dai flutti Tanti negri fantasmi; un'infinita Pena, un'angoscia indefinita e nova S'apre ne l'ondeggiante anima, e a' mesti Casi pensando de la pia fanciulla, Tremo nel cor, chiamo il tuo nome, e piango. Giovinetta infelice! Un cheto e lieve Raggio di fuggitivo astro parea Nei passi suoi; fior di dolcezza ell'era Negli sguardi e nell'alma; ala odorata Di vespertino venticello estivo Somigliavan sue voci, e chiaro e santo Era l'amor, che le accendea la vita. Un giovinetto da la lunga chioma, Esile e mesto e tutto alma negli occhi, Era il dolce amor suo: povero ed egro Vaneggiator, che le natíe contrade E la terra dei suoi padri e le sante Braccia materne abbandonava; e il nero Vuoto d'amor, che gli s'apría nel petto, Empía d'inclite forme illuminate Da la fiamma de l'Arte. Un giorno, ei vide La belt

21 Se quanto dir se ne potrebbe, o quanto io n'ho desir, volessi porre in carte, ne direi lungamente; ma non tanto, ch'a dir non ne restasse anco gran parte: e di Marfisa e dei compagni intanto la bella istoria rimarria da parte, la quale io vi promisi di seguire, s'in questo canto mi verreste a udire.