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Egli s'era abbandonato nelle sue braccia, credendola una fata onnipossente; ma ella stessa era debole e mal difesa e male sorretta nel cammino pel mondo vasto; e di lei pure, scampata appena a un agguato, il destino era impenetrabile. Noi coglierem per te balsami arcani....

Manfredi, geloso degli arcani di famiglia, ordinò ai suoi con la destra, che si allontanassero; passò la manca sul volto quasi per rimuovere ogni traccia di patimento, e così ricomposto a reale alterezza disse con voce sicura: «Si avanzi

Ma l'indomani, mentre la fanciulla, alla preghiera incalzante di Bruno, aveva ripreso a cantare: Noi coglierem per te balsami arcani, s'interruppe d'un tratto. Alle spalle di Bruno era comparso un signore tutto vestito di bigio. Nicla gettò un'occhiata a lui, gettò un'occhiata a Bruno, e comprese. Oh, il mio pap

Datemi il voto, e giuro a tutti i santi, putti, non ci sará verun richiamo, anzi a qualche bisogno in cortesia forse farovvi alcuna piegeria. Ad alcuni prelati, che avean voto nel parlamento, con arcani è addosso, e fa nella politica il piloto per far loro ottenere il cappel rosso.

gli svelavi i tesori intimi, arcani; onde non morti ancor dopo molt'anni come piccoli cor battono i grani pieni dei santi affanni. Forse gi

Tremò a quella vista, arrossì, e volle tornare indietro. Ma la dama si avvicinava sempre più e non gli venne fatto di uscirsene a quel modo; era affascinato, attratto verso di lei. Poco stante si sentì come travolto in quell'onda di arcani effluvi che emana da una donna amata, a cui ci troviamo per la prima volta vicini.

Non rivelò i mezzi arcani, ma li lasciò intravvedere ai suoi intimi o almeno parlò loro un linguaggio così equivoco da farlo interpretare in questo modo: Persecuzione agli elementi migliori dei Fasci in modo che questi si sciogliessero spontaneamente, risparmiando al governo l'odiosa illegalit

Vuote le mani, senza flauto o lira, Pur silente sembrava ch'ei cantasse Con la presenza sua e l'alme lasse Togliesse all'ira, Alle lotte, ai dolori, ai desìr vani Con la purezza del sereno sguardo. E compresi ch'egli era a parlar tardo Per gaudi arcani. Ed ei lieto tacea. Ma alfine io lessi Interpretando l'occhio che parlava I segreti dell'alma allegra e schiava Sul fronte impressi.

Non sveliamo i dolor, l'ire, le piaghe, Davanti al volgo indifferente, o lieto Del duolo nostro, ignaro del segreto. Oh nol cantiamo! Chè noi siam gli eletti, I soli accolti alle lucenti plaghe. Soli sediamo ai magici banchetti E soli entriamo per le argentee porte; Per noi le antiche dee sono risorte, Tutto miriamo sotto arcani aspetti, Cantiam la vita e scrutiamo la morte.

Un sorriso passò sulle labbra del duca, e come accade spesso, quando interruppe di nuovo il silenzio, i suoi pensieri avevano deviato, talchè soggiunse: Non è vero, Tibaldo, che cotesta impotenza che provano i poeti ad esprimere i loro sensi più arcani, i pensieri reconditi che germogliano misteriosi e vergognosi talvolta nei più reconditi recessi dell'anima, noi comuni mortali la proviamo a dire completamente le cose le più semplici; a svelare per esempio lo stato in cui ci troviamo in una fase della vita piuttosto che nell'altra?