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Aggiornato: 16 giugno 2025
Dal Carcere delle Murate, questo dì 4 giugno 1852. Gli occhi infiammati, e pregni Di lagrimevol riso; Roca sonar la voce, e le parole Con subiti sospiri; Stare inquïeto, andare Frettoloso, e voltarsi Spesso, quasi altri il chiami. Son certissimo segno Di un antico furore. CANACE, tragedia antica
Io lo conobbi nel 1852, al tempo della prima stampa dei Canti popolari. Il tipografo Galatola aveva trasportato fuori dell'Ospizio di Beneficenza una sezione della sua tipografia da servire soltanto alla composizione di quel volume.
Qui, in questa mezza disposizione, in questa disposizione incerta della nazione, nella sua inettezza a giudicare le questioni religiose sotto aspetti religiosi, qui è da cercarsi la chiave della tentennante politica ecclesiastica dell'impero. Napoleone III colmò di favore la Chiesa come nessun altro monarca francese, ma dové pure riconoscere presto i pericoli di una rotta, i cui scogli furono fin dal 1852 avvisati da lontano dall'occhio acuto di Cavour. L'imperatore sentì, che al disopra del suo capo cresceva la dominazione ultramontana, e ammonì soventi volte i prelati: che dal tempo di San Luigi lo stato non aveva mai rinunziato al suo diritto di sovranit
«Guardai mio padre che piangeva in un angolo; quando mi dissero di andarmene, rifiutai, e allora mi misero fuori a colpi di calcio di fucile. «Trovatomi così in istrada, una sera del febbraio 1852, senza un soldo in tasca, mi misi in cammino alla volta di Condrieux. Faceva molto freddo e la terra era coperta di neve.
La sola giustificazione possibile del colpo di stato è nelle incalcolabili perturbazioni che minacciava di apportare l'anno 1852, e nella necessit
PIGLI C., Risposta all'Apologia di F. D. Guerrazzi, Arezzo, Borghini, 1852, p. 76. RANALLI F., Le Istorie Italiane, Firenze, Le Monnier, 1859, II, 493. Pigli, Op. cit, p. 81. Appendice II. Senza avvedersene, parlando de' «monocoli e peggio», innalzati «da un potere che aveva bisogno di satelliti oscuri», accennava proprio a sè stesso: il giorno dopo il Pigli fu nominato Governatore di Livorno!
Alla pace sepolcrale delle elezioni del 1852 seguì la veemente lotta elettorale del 1857. Invano il discorso del trono vantò, che solamente qualche contrasto di opinione in qualche luogo aveva turbato il contento generale. Invano la stampa ufficiale cercò di dipingere come traditori e cospiratori i cinque uomini di coraggio, i quali, soli nel corpo legislativo, avevano osato per lo spazio di sei anni di opporsi al governo. A ogni modo, la coorte serrata dei deputati ligi era rimasta tuttora immune dal contagio. «Mi parli fuori, Morny ci guarda», disse perplesso un deputato di saldo carattere all'Ollivier, quando costui, che era uno dei cinque, si mise a parlargli nell'aula. Ma la societ
Il 12 marzo 1849, spinto dagli avvenimenti, soccombendo alla pressione di tutta l'Italia in fuoco, Ratazzi sale alla tribuna onde annunziare che l'ora della riscossa era sonata. Era il rintocco che doveva finire con la funebre campana di Novara! Dopo questo disastro d'Italia, Ratazzi si dimette di nuovo. Nel 1852, avendo sempre conservato la direzione della sinistra, egli appoggiò il conte di Cavour. Ma egli respingeva la legge, la quale voleva restringere la libert
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