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Per alcuni anni tra una sonata e l’altra del teatrino, la Domenica, ve n’era sul mare, in un gozzo carico di sonatori da fiato, che con dolce lentezza solcava le acque d’argento come barca di fate in un lago incantato. La chiamavano notturna, e ne rendevano illimitata lode al senatore Barone Calvello, delegato per la musica cittadina¹²⁰. Nella Villa Giulia altra banda musicale, gi

La piazza dov'ero riuscito era piena di baracche variopinte, sulla porta delle quali si sbracciavano a sonare e si sgolavano a chiamar gente, saltimbanchi vestiti di maglia carnicina e danzatrici di corda in sottanelle. Davanti ad ogni baracca v'era una folla di curiosi, da cui di tratto in tratto si staccavano due o tre contadini per entrare a veder lo spettacolo. Io non ricordo d'aver mai visto gente più semplice, più mansueta e di più facile contentatura di quella. Tra una sonata e l'altra, un ragazzo di dieci anni, vestito da pagliaccio, ritto sur una specie di palcoscenico accanto alla porta, bastava egli solo a trattenere davanti alla baracca, divertire e far ridere dai precordi una moltitudine di duecento persone. E con che? Non raccontando delle storielle, non facendo dei calembours come i saltimbanchi di Parigi, non spiccando dei salti, non contraendo il viso; nulla di tutto questo; ma semplicemente facendo di tratto in tratto, colla maggior flemma del mondo, una piccola freccia di carta, che poi lanciava sulla folla accompagnando l'atto con un leggero sorriso. Questo bastava a far andare in visibilio quella buonissima gente. Girando in mezzo a quelle baracche, incontrai qualche contadina un po' brilla, sentii cantare in falsetto qualche ragazza malferma sulle gambe, colsi in flagrante qualche coppia amorosa che si passava le mani sotto il mento, vidi qualche gruppo di donne che preludevano alla ridda notturna, dandosi delle spallate e delle fiancate da buttarsi in terra; ma nulla di criminale. Era veramente una baraonda, come dice Alfonso Esquiroz, di gente che non ne sa fare. Ma siccome io non ritenevo giusto il giudizio dell'Esquiroz se non per il giorno, e prevedevo che sull'imbrunire sarebbe incominciato uno spettacolo molto più drammatico, così, per non trovarmi solo, di notte, in mezzo alla baldoria d'una citt

, o uccellino, non è mai sonata una parola di speranza. La triste secondogenita, che nella sera di Natale rammentava quell'altra notte, quando la madre le moriva, e che contava ancora angosciosamente i pochi mesi, i mesi tormentosi della sua libert

Markowski aveva un fazzoletto sudicio, ma il violino ne aveva uno pulito, morbido, di seta bianca. Markowski pose un cuscinetto di velluto nero sul collo spelato della sua giacca; vi poggiò sopra il violino, alzò l'arco e chiuse gli occhi: allora Markowski divenne un dio! Conoscete l'angoscia affrettata della «Sonata in fa» di Grieg?

Ma intanto l'ora del festino è sonata, i suonatori si trovano al loro posto. Le carrozze ruotano per la via Ferdinanda. Si sentono lo scoppiettío delle fruste e le bestemmie dei vetturini impazienti ed il fruscío delle scarpe di coloro che, non avendo vettura, si recano alla danza a piedi.

Ma la nostra ora, come diceva il cuoco, non era ancora sonata; e dopo un miglio di cammino, arrivammo a una collina accessibile, sulla quale ci arrampicammo in fretta e in furia, volgendoci indietro a rimirar lo passo. Veniva con noi, a cavallo, un vecchio soldato di Laracce, un po' tocco nel cervello, che rideva continuamente; ma che, grazie al cielo, conosceva la strada.

Questo non è più stupido degli altri palloni, disse Anne-Marie colpendone leggermente la turgida testa rossa e guardandolo ascendere lentamente per tutta la lunghezza della cordicella. Poi lo tirò giù di nuovo, e un lieve colpo di vento lo mandò a battere contro la faccia di Fräulein. Fräulein fu molto irritata. Veramente, io non capisco come una persona che eseguisce la Sonata di Beethoven...

, o uccellino, in mezzo secolo non è mai sonata una parola di vita. La marchesa vedova, quella che aveva aggiunto all'attico della villa lo stemma colle quaranta maggioranze di Castiglia e di Leon, vi giaceva ammalata fradicia da sette anni non parlava più del marito, se non per consolarsi che, a conto di messe, era gi

Il primo dell'anno non era ancora sonata quella parola regia con cui Vittorio Emanuele si disse sensibile al grido dei popoli; e questa fu che eccitò veramente un grido d'esultante ed impaziente speranza.

Invece, quando il signor Daniele tornò a casa col figliuolo, la mezza era sonata da un'ora. Avevano fatto cinque o sei giri in Galleria, e Giacomo, ad ogni giro si era scostato dal babbo per spiare dai cristalli del caffè Biffi se vedeva il tavolino coi soliti amici: non c'era nessuno. Saperlotte! Andiamo a dormire: è molto meglio.