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LAMPRIDIO. Amico, se mai mi facessi piacere, vattene, lasciami qui solo, lasciami sfogare e dolere a modo mio. GIULIO. Non è vergogna qui nella strada publica dolersi come figliuolo? Andiamo a casa, serratevi in una camera e qui a vostra posta doletivi quanto vi piace. LAMPRIDIO. in casa vostra in Napoli starò un sol punto; andrò a farmi monaco per disperato in un eremo.

Al comando: Siano messi dentro e vattene, Filippuccio i tre atteggiarono la persona alle linee marcatissime della loro professione: l'araldo si drizzò dignitoso, come se gridasse un bando, l'altro si piegò, come se sfogliasse un messale nella cappella, il paggetto si storse, sollevando l'usciale con sforzo per verit

E poi, lo stesso signor Carsanti, salendo all’improvviso, potrebbe vedervi. Ci volete compromettere? Clelia Basta, Teresa, vattene. E ti prego di star bene all’erta.... Stasera, verr

RUFFO. Non sta su la piazza? SAMIA. Ci son due passi. Andianne. RUFFO. Vattene innanzi ed io drieto a te ne vengo. Sarebbe mai costei nel numero dell'altre scempie a credere che io sia negromante e abbia quello spirito che molte sciocche dicano? Non posso errare ad intendere quel che la vuole. Ed in casa sua me n'entro prima che qui arrivi colui che in qua viene. FESSENIO servo, CALANDRO.

Clelia Fonseca Clelia Vattene ora.... Corri. Dopo un istante di concentrazione, ella, pallidissima, fragile, lenta, solenne, va fino al baule, e, con le spalle rivolte alla porta, ginocchioni, fruga in esso. La mano che stringe la boccettina è tremante. Ella la contempla con evidente paura. Carsanti Clelia

È... la figliuola d’un amico del mio povero marito.... M’avevano detto che era morta... ed è naturale che il vederla m’abbia un po’ scossa.... Vattene, dunque, senza preoccupazione; vattene. Beatrice (mal volentieri) Vado.... Buona notte. (Allontanandosi saluta col capo Clelia.

La riverisco, disse Battista avviandosi. Ma l'altro lo trattenne. Un momento. Entrato ch'io sia, non troverò più altro uscio chiuso all'interno? No, signore. Sono tutti a letto? Tutti. Sta bene. Vattene e la fortuna ti accompagni. Battista uscì frettoloso: appena fuori si sentì serrare fra due braccia frementi; e una voce concitata, benchè sommessa, gli disse all'orecchio: Che hai tu fatto?

Poco stante, vuotata e rassettata la scrivania, vide la lettera, e la prese tra mani. La rivoltò, e pose gli occhi al suggello; ma lo stemma che vi scorse impresso in ceralacca turchina, non gli ricordò nessuno di sua conoscenza. Allora chiamò il servitore. Chi ha portato questa lettera? Un servo in mezza livrea; perciò non ho capito di che famiglia fosse. Sta bene; vattene.

To', per l'appunto, portami questa cornice all'indoratore. In due salti, vado e torno; disse il ragazzo, afferrando la cornice. No, non occorre; vattene a dare una capatina all'Acquasola, e fa anche il giro delle mura, da Santa Chiara alle Grazie; così ti sgranchirai le gambe, mammalucco! Che stranezze son queste? pensò il garzone, mentre, colla sua cornice ad armacollo, saltava fuor di bottega.

Egli s'inginocchiò quindi dinanzi a Fathma baciandole i piedi. Perdono! perdono! balbettò con voce tremante. L'almea, lo rialzò con un gesto da regina. Ti perdono, diss'ella. Vattene.