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Rosen era tutt'occhi nell'osservare i movimenti di quel suo commensale, e si augurava che la punta d'uno de' suoi stivali venisse a colpire uno de' suoi stinchi per aver ragione di bisticciarsi, quando l'altro cacciando il naso nel suo piatto e indicandolo col dito al cameriere gli disse: portami una vivanda come quella... è una costoletta di castrato in salsa dolce.

Oh, portami lassù, lassù fra i monti, Ove lampeggia e indura il gel perenne, Ove, fendendo i ceruli orizzonti, L’aquila spiega le sonanti penne; Ove il suol non è fango; ove del mondo Più non mi giunga l’odïata voce; Ov’io risenta men gravoso il pondo Di questa che mi curva arida croce.

Portami sùbito il caffè, gridò Paolo con lo stesso accento di prima al servo, in aspettazion d'ordini su la soglia. Enrico annuì silenziosamente, e uscì.

Trinculo, siccome il Re e tutto il resto della compagnia sono affogati, noi ereditiamo quest'isola. Qui, portami la bottiglia: compagno Trinculo, fra poco la riempiremo. cantando con voce da ubbriaco. Addio padrone! padrone addio.... Un mostro cialtrone: un mostro ubbriaco! D'ora in avanti non più penare per pescare non più fardelli pe'l focolare.

Non so! ella rispose. Ma d'un tratto si scosse, puntò l'indice al bottone del campanello elettrico. Portami il cappello e la pelliccia! ordinò alla cameriera. Folco ebbe un fremito che lo percorse da capo a piedi, mentre la sua mano s'affondava nella tasca della giacca. Gioconda appuntò il cappello in testa. Folco vide che aveva un velo fittissimo, il quale avrebbe impedito di riconoscerla.

Portami delle pietre! Schiaccia le teste! Mabima, non lasciarti prendere nelle spire dei serpenti! Bagamoio, fa come me! Lascia stare il fucile! Schiacciali con le pietre! Pigliali per la coda con la mano sinistra, e fulmineamente rovescia con la destra le tasche di veleno, dalla testa in giù. Buio macchiato di corpi neri.

La Comare, che era una fata, le disse: Vorresti anche tu andare al ballo, non è vero? Anch'io, , disse Cenerentola, con un gran sospirone. Ebbene: prometti tu d'esser buona? disse la Comare. Allora ti ci farò andare. E menatala in camera, le disse: Vai nel giardino e portami un cetriolo.

E così passava il tempo, ora parlando, ora rispondendo a stessa, e facendo una vera conversazione fra Alice ed Alice; ma dopo qualche istante sentì una voce di fuori, e si mise ad ascoltare. "Marianna! Marianna!" vociava quel tale di fuori; "portami subito i guanti!" E si sentì un calpestìo frettoloso per la scala.

LECCARDO. Di grazia, portami al monte di Somma, dove nasce quella benedetta lacrima che bevendola ti fa lacrimare, acciò bevendone assai possa lacrimar tanto che basti, ché or mi stanno gli occhi asciutti come un corno.

Che cosa c'è, babbo? chiese la piccina. C'è che il Signore ti ha fatto un regalo, un un bel regalo: nientemeno che un fratellino. Un fratellino? E dov'è? Su, su, portami a vederlo, te ne prego. Il babbo aprì l'uscio della camera dove dormiva la mamma. A capo del letto c'era una donna di fuori che rifasciava un bambino.