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Non aveva tuttavia ragione di dolersi di lui? Il signore era più premuroso da qualche tempo. È vero ciò che dice costei? Non è vero. Se io avessi riconosciuto i miei torti, se ne avessi fatto ammenda, ella vivrebbe. Riabbassato lo sguardo, egli parlava ora con accento di così sincero rimorso che il Ferpierre ne fu impressionato.

Anche lui, come gli altri! continuò Maria a ripetere, a dolersi; e non lottando più oltre per vincere il proprio amore, più sincera con stessa, solo rimpiangeva il caro ideale svanito, perduto, e non capiva che se lo rimpiangeva era solo perchè lo amava sempre, sempre di più, e perchè in tutto quel tempo passato insieme, il suo ideale si era fatto più forte, più vivo, era passato dall'anima al cuore.

Per dirla in poche parole, l'amore di un uomo come il nostro povero amico Lorenzo, non era uno di que' romanzetti che una dama galante potesse mettere in mostra e farsene bella al cospetto della gente. Ed oltre tutto ciò, l'umor geloso del giovine stava per vietarle ogni maniera di passatempi; della qual cosa ella avrebbe avuto a dolersi tanto più, in quanto che non amava più abbastanza.

TRINCA. Il capitano ha detto tant'altre cose di te al padrone, che non si direbbero di un boia. GULONE. Che può dolersi di me il capitano? Che sia maledetta quella puttana che lo cacò! TRINCA. Che, andando tu in casa sua, ti fará dar cinquanta bastonate. GULONE. Vada in bordello egli e la sua razza! TRINCA. Il padrone ha giurato farti dar altre cinquanta bastonate.

Anche il generale de la Bourdigue aveva avuto a dolersi di una ingiustizia? La cosa era possibile; tanto gli uomini si rassomigliano, sotto tutte le longitudini della zona temperata e sotto tutti i governi civili.

Avevano però ancora un filo di speranza. Non eran riusciti ad estrarre dal ghiaccio il loro bastimento, quando l'avessero estratto, avrebbero potuto riassettarlo in modo da renderlo servibile; ma avevano trascinato sulla riva una barca e una scialuppa, e a poco a poco, sempre difendendosi dagli orsi che si slanciavano fin sulla soglia della loro capanna, eran venuti a capo di ripararle alla meglio. Con questi due piccoli legni essi contavano di dirigersi verso uno dei piccoli porti della Russia, di rasentare cioè la riva settentrionale della nuova Zembla, costeggiare la Siberia e attraversare il Mar Bianco; di fare, insomma, un viaggio di almeno quattrocento miglia tedesche. In tutto il mese di marzo il tempo variabilissimo li tenne in una continua vicenda di speranze e di disinganni. Più di dieci volte videro il mare sgombro fino alla riva e si apparecchiarono alla partenza; ed altrettante volte una recrudescenza improvvisa di freddo riammontò ghiacci su ghiacci, e chiuse la via da ogni parte. Nel mese d'aprile i ghiacci furono immensi e continui. Nel mese di maggio riebbero il tempo incostante. Nel mese di giugno, finalmente, poterono risolversi a partire. Dopo avere stesa una minuta relazione di tutte le loro avventure, della quale lasciarono una copia nella capanna, la mattina del 14 di giugno, con un bellissimo tempo e il mare aperto da tutte le parti, dopo nove mesi di soggiorno in quella terra funesta, fecero vela verso il continente. Su due barche scoperte, sfiniti da tanti patimenti, andavano a sfidare i venti furiosi, le lunghe pioggie, i freddi mortali, i ghiacci vorticosi di quel mare immenso e terribile nel quale pareva una disperata impresa l'avventurarsi con una flotta. Per lungo tempo, durante il viaggio, ebbero a respingere gli assalti degli orsi marini, soffrire la fame, nutrirsi di uccelli uccisi a sassate e d'ova trovate sulle coste deserte, sperare e disperare, rallegrarsi e piangere, dolersi qualche volta di aver abbandonato la nuova Zembla, invocare la tempesta, desiderare la morte. Sovente dovettero trascinare le loro barche sopra campi di ghiaccio, legarle perchè non le portasse via il vento, stringersi tutti in un gruppo in mezzo alla neve per resistere al freddo, cercarsi nella nebbia fitta, chiamarsi per nome, toccarsi per timore d'essersi perduti e per darsi coraggio gli uni agli altri. Non tutti resistettero a così tremende prove. Qualcuno morì. Il Barendz medesimo, che si era imbarcato infermo, sentì, dopo pochi giorni, che la sua fine s'avvicinava, e lo disse ai compagni. Non cessò però un momento di dirigere la navigazione, e di fare ogni sforzo per abbreviare a quella povera gente il viaggio tremendo di cui egli sapeva di non poter vedere la fine. La vita gli mancò mentre esaminava una carta geografica, il suo braccio cadde irrigidito nell'atto di accennare la terra lontana, e l'ultima sua parola fu un incoraggiamento e un consiglio. Nella baia di San Lorenzo, incontrarono, si può immaginare con qual gioia, una barca russa, che diede loro dei viveri, del vino e del cochlearia, rimedio per lo scorbuto, di cui s'erano ammalati parecchi marinai, i quali subito ne guarirono. Costeggiarono la Siberia, e incontrarono altri legni russi di più in più frequenti, e si provvidero di vivande fresche colle quali ristorarono le loro forze. All'entrata del Mar Bianco, una nebbia densissima divise le due barche, che oltrepassarono però tutt'e due il capo Candnoes, e favorite dal vento, percorsero in trenta ore un spazio di centoventi miglia, in capo al quale si ricongiunsero gettando grida d'allegrezza. Ma una gioia ben maggiore li aspettava a Kilduin. Trovarono l

Il Conte dopo breve cammino tornando a dolersi del piede offeso, mostrò voglia di ricondursi in camera; e Marzio lo accompagnò, e lo sovvenne con amorosa assistenza.

E queste sono, come altra volta ho detto, il conoscere pienamente i difetti della vita passata, e di quegli pèntersi e dolersi, e appresso nelle braccia rimettersene della Chiesa, e al vicario di Dio confessarsene, disposto a satisfare.

Ma sono rari gli esempi di cotali risoluzioni; e non restarebbono per ciò di dolersi quelli che avessero riposto l'altre monete, e d'oro particolarmente, che sarebbono cresciute di prezzo e che ora con loro danno ad essi parerebbe che s'abbassassero.

Ma finalmente, riempito di questa moneta il Levante, sicché non trovavansi quasi piú pezze da otto, ma per tutto correva temini, cominciarono a dolersi gli altri mercanti d'Europa che non potevano ne' loro contratti ricevere a prezzo di loro mercanzie monete di tanto scapito: onde, sebbene a qualche rumore che ne mosse il bassá del Cairo fu provveduto con buoni donativi a lui medesimo, nondimeno, non potendo piú a lungo durar occulta la cosa, ne giunsero finalmente al gran visir le doglianze, il quale ordinò subito, ma tardi, che non fossero ricevute spese che a ragione di 12 alla pezza da otto, altrimenti restassero proibite.