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Nei poeti italiani formati alla scuola di Byron, di Shelley, di Lenau, manca, per la particolare indole dell'anima meridionale, un sentimento che faccia equilibrio e contrappeso a quell'ironia, a quell'humor che son loro particolari, sentimento che, in ultima analisi, solleva l'uomo del Nord al disopra del suo dolore. L'indole meridionale ha dei contorni straordinariamente netti, e non sa produrre quell'accordo fra i sentimenti e le tendenze estreme ed opposte, che l'anima nordica perfettamente raggiunge colla sua sentimentalit

Che dolcezza immensa! Io sono tu. Possa Ella sentire più fortemente qui una tale parola scritta da me palpitando, che non l'abbia sentita presso al cuore silenzioso di Shelley e le rose funebri dove Dio gliela fece trovare la prima volta! Ho la ferma fede che le nostre labbra se la potranno dire un giorno. Lei non sa la mia storia, Lei non sa il mio sogno, Lei non sa il destino, non il destino, l'Amore infinito che ha piet

«Un giorno, precisamente il 24 aprile, andai verso il tramonto al cimitero protestante di Porta S. Paolo, che non conoscevo ancora. Lo camelie e le azalee erano in fiore e le vecchie mura con l'erbe selvatiche, con le rose gialle, con i gruppi di cipressi erano così belle all'ultimo sole! Presso alla pietra di Percy Bysshe Shelley trovai nell'erba un libretto col titolo: Luisa.

Per fortificar la memoria ella vi soleva ricopiare le poesie che più le piacevano: c'erano versi del Prati, dell'Aleardi, del Manzoni, di Shelley, di Byron; un giorno, recitando al padre una poesia di Victor Hugo trascritta da un giornale e non rammentandola bene, era andata a prendere quel suo libro: «Ho detto al babbo che qui ricopio le belle poesie e scrivo le mie impressioni.

Non dubitavo che miss Yves l'avesse visitato. Interrogai il custode, ma non ne potei spremer niente. Gliela descrissi, lo pregai di fare attenzione ai visitatori, caso che la signorina ci capitasse. Mi pareva probabile che volesse rivedere la pietra di Shelley prima di partire per la Germania.

Cènci. «Benvenuti, amici e gentiluomini; benvenuti, principi e cardinali, colonne della Chiesa, che onorate il nostro festino con la vostra presenza ... quando avremo ricambiato insieme un brindisio due, voi vorrete reputarmi carne e sangue come siete voi, peccatore invero; da Adamo in poi siamo tutti così; ma compassionevole, mansueto e pietoso». SHELLEY, Beatrica Cènci.

Forse miss Yves aveva affrettato la sua partenza dall'Italia e io non potevo durare a quella febbrile fatica; fermai di cessare dalle mie vane ricerche e di partire per Norimberga. In questo tempo avevo scritto a Violet due volte; la prima da Napoli, la seconda da Roma. La scongiuravo, s'era vicina a me, di rivelarsi. Nella seconda le indicavo pure la pietra di Shelley per luogo di convegno.

Heine, gioconda larva innanzi a un teschio ròso, Leopardi, eco triste, gemito lungo e stanco, Baudelaire, erta sfinge con le catene al fianco, Shelley, lampeggiamento sopra un mar tempestoso; Quando, oppressa dal peso di mille ambascie, langue L'anima e vi domanda un istante di pace, È la vostra parola come morsa tenace Che soffoca, che stringe fino al gocciar del sangue.

Poi, spinti alla fuga dall'onnipresenza di coppie tedesche svenevoli e sconvenienti, e da comitive inglesi coi «Baedeker» sotto il braccio, partirono in volta della Spezia. Ivi ricordarono Shelley, ... Shelley, spirito di titano entro virginee forme... E finalmente si recarono a Porto Venere, bianca nel sole, sospesa sopra il Mediterraneo come una Naiade timida, che bagni il piede nel mare.

Byron vi ha galoppato furioso e furiante dietro un'immagine o una donna; Goldsmith vi ha camminato lentamente suonando l'organetto, col quale si guadagnava le spese del viaggio; Leopardi vi ha pianto senza dubbio; Monti vi ha sparato le proprie rime inesauribili come un fuoco di moschetteria allegro e superbo. Il duca Valentino impadronendosi delle Romagne vi sognò la conquista d'Italia, Vittorio Emanuele la percorse quattro secoli dopo, luminoso nell'apoteosi di quel torbido sogno. Shelley e Guerrazzi vi pensarono entrambi alla stessa Beatrice Cenci; Augusto Lepido e Marcantonio vi si incontrarono per dividersi il mondo; Francesca da Rimini e Galla Placidia vi hanno lasciato colla loro leggenda il canto più bello e il più fino mosaico di ogni tempo; Tasso ed Ariosto vi hanno meditato peregrinando la propria rivalit