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Per designare il giorno avevo calcolato largamente il tempo necessario alle lettere per andare a Norimberga e tornare. Stetti nel Camposanto quattr'ore ad ascoltare il silenzio mortale, a vedere ondeggiare nel vento le rose banksiane sulla torre in rovina dietro Shelley, a leggere e rileggere: Nothing of him that doth fade But doth suffer a sea-change Into something rich and strange.

Dopo avermi fatto i maggiori elogi di Violet e avermi parlato di suo padre, ch'era stato forse il più caro e intimo amico della famiglia Steele, il signore e la signora mi dissero che tenevano da miss Yves l'incarico di raccontarmi cosa fosse accaduto a Norimberga dopo ch'ella vi era ritornata da Eichstätt.

In principio d'aprile riseppi da' miei amici di Baviera che il signor Yves era atteso a Norimberga verso la met

All'indomani riceverei la sua lettera. Mi apprenderebbe qualche cosa su queste nozze certo imminenti, sulle ragioni che ve la costringevano? Forse; ma intanto dovevo informarmi per mio conto. Cercai subito, sulla pianta di Norimberga, la Burgschmiedstrasse, dov'era la fonderia Yves. Se gli Yves non abitavano col

Il giorno seguente mi recai a visitare i von Dobra. Vidi Luise, ma non sola. Era triste. Mi accolse gentilmente, però fu meco molto più riservata del solito e non mi fece in alcun modo intendere d'aver messaggi per me. Suo padre mi parve imbarazzato. Nessuno parlò di miss Yves del viaggio a Norimberga; ogni discorso cadeva.

Violet era rimasta a Rüdesheim perchè certi suoi conoscenti di Norimberga le avevano promessa una visita; ed io avevo scelto quel giorno per andare a Magonza dove intendevo acquistare un dono per lei. Tornai con un braccialetto assai semplice e con questi versi di cui ella comprese subito il concetto benchè avesse bisogno di qualche spiegazione speciale.

Poi, rinfrancata, mi raccontò ch'egli aveva diretta la lettera a Norimberga, e non pareva saper nulla dell'attuale posizione di lei; ch'era molto infelice, che tutte le sue aspettazioni erano state deluse, tutti i suoi piani troncati, ch'era senza forza e senza speranza.

Quando il gallo cantasse a mattutino, Vedreste, o bimbi, un gran giardino a fiori, E tramutato il mondo in Norimberga. Stanotte a mezzanotte, quando spunta La dicembrina luna, Andiam, devoti amici, sulla punta De' piedi a meditar presso una cuna. Nel tenero sorriso De' bimbi che riposano È in terra un luccicar di paradiso.

Un conoscente di Norimberga mi disse Violet il signor *. Poi pronunciò il mio nome e soggiunse: mio fidanzato. Prese in pari tempo il mio braccio, vi si appoggiò tutta e salutò colui del capo senza stendergli la mano, dicendo: Addio, signore. Buona fortuna. Credetti per un momento che l'uomo volesse rispondere qualche cosa d'acerbo, mi tenni pronto.

Verso le otto mi affacciavo dai tozzi baluardi medioevali, dai passaggi bui del Frauenthor a un largo di lastricati tra due scomposte fughe di case aguzze, a torri che salivano giganti, sul fondo, nei misti chiarori del crepuscolo e della luna. Norimberga, l'enigma, era davanti a me. All'albergo domandai della famiglia Yves. I camerieri non la conoscevano, il padrone nemmeno.