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Non avendo dunque il modo di parlare a te stesso, continuava la madre, appena seppe ch'io era dalla contessa, come dicevo, e riponendo ogni fiducia in me sola, quella povera tribolata venne a raccontarmi l'improvvisa sua sventura.... bisogna dunque che tu non esca di citt

-E se io acconsentissi e ti promettessi di sposarti? ripigliò Enrico saresti tu pronta a raccontarmi il tuo passato? Certamente rispose Nan

Egli potè allora finalmente raccontarmi la crisi di Norimberga. Al suo ritorno da Eichstätt miss Yves vi era stata accolta dagli zii con la freddezza la più accigliata. Costoro avevano ricevuto dal professor Topler un biglietto, in cui egli, riconoscendo di non poter rendere felice la signorina, si scioglieva da ogni impegno. I compagni di Violet, Luise von Dobra e suo padre, erano stati immediatamente sottoposti a un interrogatorio, riuscito alquanto burrascoso perchè Luise aveva arditamente difesa la amica sua e perorata la mia causa. Gli Yves non avevano poi parlato alla nipote per sei giorni, durante i quali non si sapeva se avessero chieste altre informazioni o scritto a Topler o che diavolo avessero fatto. Finalmente, una mattina, avevano espressa a Violet, in forma solenne, la loro disapprovazione, ed ella non era riuscita a persuaderli di non avere colpa alcuna, di essersi mantenuta sempre fedele, per parte sua, all'impegno preso col professor Topler, benchè avesse detto ben chiaro fin da principio che non lo amava. Gli zii le dichiararono che la famiglia Yves aveva gi

"Si rammenti che mi ha promesso di raccontarmi la sua storia," disse Alice, "e la ragione per cui odia i 'G' e i 'C'" soggiunse sommessamente, e un poco con paura che di nuovo si offendesse. "La mia è una storia lunga e trista, e con la coda!" rispose il Sorcio, rivolgendosi con un sospiro ad Alice.

«Si ricorda, quando le scrissi che volevo farmi monaca?... Per fortuna che la mia cara Madre Superiora mi consigliò di aspettare per provarmi la vocazione! Ora m'avvedo che avrei fatto un grande sbaglio! Ma allora m'era venuta quest'idea perchè avevo visto a morire la mia povera compagna Giulia Ferranito (ah! che dolore fu quello per me), e la mia cara amica Teresa Reccadei era uscita di collegio, e avevamo avuta in convento la vestizione di Maria San Fermo; cerimonia che mi aveva fatto un grandissimo effetto. A dir vero, avevo anche un altro motivo, ma quello non l'ho mai detto. M'era venuta una gran malinconia, perchè al giovedì tutte le altre allieve eran chiamate in parlatorio, e per me non veniva mai nessuno, mai nessuno! In quel giorno non facevo altro che piangere, e quando le mie compagne tornavano dalla grata e venivano, allegre, contente, a raccontarmi certe novit

Io lo condussi mano mano a raccontarmi tutte le sue battaglie, tutte le discipline con cui da parecchi anni puntellava la sua continenza. Destinato all'altare, egli sentiva l'obbligo d'esserne degno a qualunque costo. Non capiva che ci potesse essere dei sacerdoti dissoluti. E non aveva mai pensato nello scabroso adempimento dei suoi doveri a una cosa molto più facile, quella di emanciparsene.

«Ed è gran ventura, giacchè m'accorgo che tu non eri gran che disposto a snocciolarmeli.» «Sei di buon umore, amico.» «E tu non mi sembri gran fatto tristo.» «Del resto, tornando a noi, io ti dico che il tiro non ti ha colto al segno, giacchè se tu sei uomo d'onore, m'avrai presto a sborsare i cinquanta fiorini che hai promesso.» «Davvero?» «Non ischerzo.» «Dunque che cosa hai a raccontarmi

E come si chiama questa signora? chiese il Collini. Se il signor Bonaventura vi ha detto di raccontarmi questa, gli è segno che mi sar

Valenzia mandò un guizzo per tutta la persona a queste parole. «Del resto.... nel momento ch'io vi credeva morta da quattr'anni, vi rivedo ancor viva, e per aggiunta sposa d'altrui, vogliate dunque compiacervi a raccontarmi in breve tutta la storia dell'orribile inganno

Lord Pepe, satollo e ben riposato, era d’eccellente umore; mi trattò come un vecchio amico e súbito colse l’occasione per raccontarmi sottovoce un gran numero di barzellette oscene, delle quali andava pazzo, e ne sapeva tutto un rosario, d’ogni colore, grado e variet