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Questa lettera era caduta come un fulmine in casa Salvani, a turbare l'ultimo sogno di Lorenzo, a distruggere l'ultima speranza che egli vagheggiasse in cuor suo, di tornare in qualche modo di sollievo alla sua povera sorella adottiva. «Piove sul bagnatoaveva sentenziato con spartana breviloquenza Michele, allorquando il suo padrone, sorridendo amaramente, gli aveva annunziato il colpo di misericordia vibratogli dall'avversa fortuna.

Massimo parlava tenendo gli occhi fissi sulla siepe, coll'aria astratta di chi parla in sogno. I manuali che in quell'ora mattutina vanno alla citt

CONSTANZA. Poco è, figliuolo, quello che domandi che faccia per amor tuo; e prima che qui giungessi, ho desiata occasione di servirvi tutti. ATTILIO. Ecco mio padre. PARDO. O Constanza, carne mia, sei tu dessa over io non son io? o è forse questo un sogno? o fingo imagini a me stesso del desiderato bene?

La triste notte di Gino Malatesti non si descrive. Furono pianti dirotti, furono disperazioni a cui non recò tregua neppure il sonno, poichè lo accompagnavano dolorose visioni. Gino sognò i Guerri in carcere, accusati di lesa maest

Ma superiore alla somma dell'imbarazzo e dello stupore era un altro sentimento, esagerato, di sogno: la vergogna di andare attorno, a quell'ora mattutina, con lo «smoking» serotino. Mi pareva che tutti i passanti mi guardassero curiosamente, che gli stessi gendarmi mi tenessero d'occhio, insospettiti. Come avrei fatto se mi avessero fermato e chiesto le mie carte?

Ancora un mese, e avrei saputo che la speranza ci aveva ingannati! In quei giorni mi arrivava il nuovo romanzo di Bissi con la dedica affettuosissima a Fausta e a me, augurando che il bel sogno dei nostri cuori diventasse anche più bello nella realt

E credi che i soldati non abbiano bisogno di studiare? Naturalmente tu non ti contenteresti di esser soldato semplice. Il mio sogno è di diventar generale, vorrei fare come Garibaldi.

Appena Tina fu alzata, ridivenne più melanconica. Nella casa c'era un po' di tramestìo; le due vecchie si davano da fare per il pranzo, perchè volevano averlo pronto a mezzogiorno. Le porte dei due appartamenti rimanevano aperte. Tina prese il caffè col latte bagnandovi dentro una pagnottella, poi tornò nella camera per ravviarsi i capelli con un mozzicone di pettine. Siccome la mammella le doleva ancora lievemente, si ricordò il sogno della rosa, che quell'uomo giovane le aveva piantato con tutto il gambo dentro il capezzolo facendone uscire goccia a goccia il sangue e la vita. Era ancora così pallida, cogli occhi stanchi, cerchiati dalla stessa ombra turchiniccia. E il sogno la riprendeva. Lentamente si sbottonò il corsetto come per cercare la ferita, mentre le pareva di essere un'altra volta seduta sulla porta di quella chiesa, nella quale la gente entrava a fiotti. Infatti quel giorno era domenica. Così seduta, con la mano sulla mammella, quasi nell'atto di arrestarne il sangue, guardava la propria immagine con un sorriso simile ad un brivido. Qualunque cosa potesse ancora accaderle, ella era gi

Voleva cantare e godere. Ma quel sogno? Non ci volle più pensare. Sbadigliò e chiuse di nuovo gli occhi al sonno. Si destò quando lo volle Giove suo padre. Accorsero servi ad indossargli la tonaca di porpora, a gettargli sulle spalle il manto imperiale, a cingergli il capo della corona di alloro, che si era guadagnata nella Grecia. Uscì di stanza.

Il coltivatore non ha altro sogno che quello di divenire proprietario. Sfruttare questa aspirazione legittima, ecco la base della speculazione, che è sempre proceduta e procede così: Il latifondista divide la sua propriet