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Pascal ambasciatore francese, in una sua relazione, chiamava il governo grigio "esecrabile tirannia, che sovra il capo e le fortune dei buoni incrudelisce". Il Bottero verso il 1590 scrive: "In Valtellina i Cattolici sono fuor di modo straziati dai Grigioni, che puniscono con varj pretesti i preti e quei che si convertono, forzano i curati a celebrare matrimonj in gradi vietati, non consentono l'introdurre buoni sacerdoti forestieri, obbligano tutti alla messa ed alla predica degli eretici, onde i Cattolici sono costretti, per penuria di buoni ecclesiastici, servirsi d'apostati e d'uomini di mal affare e scandalosi, e divengono a poco a poco eretici".

Naturalmente le era accaduto quello che accade a una donnina giovane, bella, che ride de' suoi presuntuosi pretendenti, che li pone in scompiglio col suo disprezzo. La calunnia aveva cercato di addentarla. Si ripetevano di lei quelle storielle con cui la canaglia elegante crede poter vendicarsi dei nobili orgogli che la sferzano, la puniscono, la respingono.

Ora ti dico da capo che, con tucti quanti e' loro difecti, e se fussero ancora piú, Io non voglio che neuno secolare s'impacci di punirli. E se essi el faranno, non rimarrá impunita la colpa loro, se giá non la puniscono con la contrizione del cuore, ammendandosi de' difecti loro.

La rivoluzione piemontese proruppe in marzo dell'anno 1821; ma non l'esercito intiero, bensì soltanto compagnie staccate di ciascun reggimento si sollevarono. Alessandria si trovò occupata dalle truppe sollevate, il rimanente delle quali era in Torino. Benchè incompleta, la mossa del Piemonte fu sentita in Lombardia. Il marchese Giorgio Pallavicini e Gaetano Castillia, giovanissimi entrambi, recaronsi dai capi del moto di Piemonte per indettarsi con loro del modo di procedere contro gli Austriaci. Parata sempre alle azioni generose, la scolaresca di Pavia formò un battaglione, intitolato di Minerva, ed entrò nel territorio piemontese. Intanto il conte Confalonieri non poteva farsi capace che alcuni reggimenti piemontesi valessero a far testa all'esercito austriaco e costrignerlo a rivalicare le Alpi. infondati erano questi timori; ma gli uomini che apparecchiano una rivoluzione, non debbono concepire speranza che ogni cosa proceda appuntino nel modo previamente stabilito, a quella stregua, all'un di presso, che gli atti di un dramma si tengono dietro l'uno all'altro in sul teatro. La Lombardia sperava d'avere in aiuto una gran parte dell'esercito piemontese, e alcune compagnie soltanto si dichiarirono. Dovea ella per questo la Lombardia abbandonare i suoi disegni e la sua intrapresa? E chi sa mai se la sollevazione lombarda non si sarebbe tratta dietro quella del resto dell'esercito piemontese e degli altri Stati italiani? Chi è da tanto di prevedere tutto, si trova in caso di dovere per alcuni punti mettersi in balía del caso e della fortuna? Quale è di fatti l'esito di queste congiure rimaste prive di effetto? Gli è questo, che i governi ne vengono in cognizione ed aspramente le puniscono, mentre, per altra parte, affatto ingloriosi rimangono i nomi dei loro autori. I congiurati in pensiero sono puniti dai nemici delle rivoluzioni non altrimenti che sarebbero se queste avessero avuto effetto; ma non sono onorati del pari dagli amici della libert

Alcuni e sono, mi pare, i più saggi puniscono con la soppressione del diritto al passeggio per tre giorni, altri preferiscono dare addosso allo stomaco dei disgraziati. Diminuiscono loro la razione del pane di trecento grammi o l'aumentano dello stesso peso sopprimendo loro la minestra. La diminuzione del cibo del carcerato non è un castigo. È un omicidio.

Tucti questi mali e molti altri, de' quali Io non ti voglio piú dire per non appuzzare l'orecchie tue, seguitano per difecto de' gattivi pastori, che non correggono puniscono e' difecti de' subditi e non si curano sonno zelanti che l'ordine sia observato, perché essi non sonno observatori de l'ordine.