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Seduti nella cucina semibuia, intorno alla vecchia tavola, i due Rampoldi e la bella Virginia mangiavano la minestra e del buon pane che Sandro aveva portato da Casorate, dov'era stato quel giorno nella sua qualit

Mangiate la minestra che è quasi fredda, e passate sopra alle parole che vi possono dire in un luogo come questo. Siete o non siete il 2557? gli diss'io ridendo e facendolo ridere. Lo sono. E si mise a manducare.

Tutti sapevano che la minestra dei Rampoldi era la più buona: perchè la Virginia, essendo stata a servire in casa di ricchi fittabili, se ne intendeva di cucina. Ma si sapeva pure che i Rampoldi non pativano miseria come gli altri.

Finiti gli anni dell'Asilo infantile, fui ammesso al Conservatorio della Puerizia, dove pure avevo la minestra e la blouse. Un vecchio dottore dell'Ospedale Maggiore, il dott. Adamoli, mi conobbe come dottore dei poveri; ebbe piet

Poi chiese a Lucia, che attendeva con Teresa a far cuocere la minestra: Il piccino? È nella sua culla che dorme, rispose la moglie. E la minestra è cotta? Manca poco; aspetta. Oh don Omobono! riprese Monti, salutando il prete di vettura. Perdonate; non vi aveva veduto. E tu non parli quest'oggi, Teresa? Che cos'è? Ve ne state tutti ingrugnati? cosa è avvenuto? che cosa c'è di nuovo?

Signori, la minestra è in tavola, annunziò la Menica. Caddi come al solito dalle nuvole, ove mi aveva trasportato la fantasia, per recarmi al posto che mi venne destinato.

Metilde rideva, e gli dava ragione. Così presero l’abitudine di non cuocere in casa che la minestra ed il lesso, acquistando gli altri piatti qua e l

PILASTRINO. E cosí in me: perché son com'un sacco senza fondo; ché, se 'l Ren fosse vino o ver minestra, io mi torrei a sorbirlo tutto a un fiato a la tedesca. ARTEMONA. E come a la tedesca? PILASTRINO. Non m'hai veduto mai bere a la botte, pisciando a un tempo? ché, in un sesto d'ora, ne bevrò tanto che a l'uscir lo vedi negro come a l'entrare.

Nessuno di noi seppe ingoiare la minestra. Guardai che cosa mi aveva scodellato nella gamella. Vidi una pasta che mi pareva esalasse un non so che di tufaceo e una broda piena di scandellature gialle alla superficie. Tutto assieme mi faceva recere. L'afa del pomeriggio ci rendeva inquieti e ci faceva sentire un bisogno prepotente di uscire all'aria a vedere un po' di cielo.

Smosse parecchi spilli, intrecciò i capi di filo facendo risuonare i fusi innumerevoli che si urtavano, poi, sorridendo sempre alle sue immagini serene, tornò a dire: Com'è bella la campagna! E neppure oggi non esce? domandò il cuoco. Se vedesse che giornata, che sole! Che! Non ho tempo neppure di farmi la minestra. Non so quando mi potrò muovere; ho un lavoro straordinario.