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È superfluo l'aggiungere che il vecchio Castillia, essendo sceso nella tomba alcuni mesi prima dell'imperatore Francesco, morì senz'avere riveduto il figliuolo. Affranto dall'et

Intanto che queste cose avvenivano nelle carceri dello Spielberg, i congiunti dei prigionieri riceveano, due volte all'anno, un polizzino sottoscritto dal governatore della fortezza contenente queste parole: «Il signor (e qui il nome del prigioniero) gode buona salute»; oppure: «è ammalato». I passi fatti da questi congiunti a pro dei prigionieri avevano un esito diverso a seconda dei casi. Agli uni si rispondea che S. M. non avrebbe indugiato gran fatto a perdonare ogni cosa; agli altri, per lo contrario, che S. M. era stata pur troppo misericordiosa per l'addietro, ed era ormai risoluta di non più usare clemenza. L'imperatore non si tenne dal venire a Milano nel 1825, ove fu assediato dalle suppliche delle famiglie involte nel lutto. Il padre di Gaetano Castillia, vecchio venerabile, e pur costante nella sua devozione inverso all'Austria, presentossi all'imperatore, il quale dissegli con affabilit

I conti Confalonieri e Pallavicini, il barone Arese, Gaetano Castillia, il Borsieri e il Tonelli furono condannati a morte per crimine di alto tradimento.

Interrogato come il Pallavicini e il Castillia, non doveva il Confalonieri cedere com'essi. Ma la sua impreveggenza tornò agli amici suoi non meno funesta, di quello che a lui fosse stata la fiacchezza del Pallavicini.

La rivoluzione piemontese proruppe in marzo dell'anno 1821; ma non l'esercito intiero, bensì soltanto compagnie staccate di ciascun reggimento si sollevarono. Alessandria si trovò occupata dalle truppe sollevate, il rimanente delle quali era in Torino. Benchè incompleta, la mossa del Piemonte fu sentita in Lombardia. Il marchese Giorgio Pallavicini e Gaetano Castillia, giovanissimi entrambi, recaronsi dai capi del moto di Piemonte per indettarsi con loro del modo di procedere contro gli Austriaci. Parata sempre alle azioni generose, la scolaresca di Pavia formò un battaglione, intitolato di Minerva, ed entrò nel territorio piemontese. Intanto il conte Confalonieri non poteva farsi capace che alcuni reggimenti piemontesi valessero a far testa all'esercito austriaco e costrignerlo a rivalicare le Alpi. infondati erano questi timori; ma gli uomini che apparecchiano una rivoluzione, non debbono concepire speranza che ogni cosa proceda appuntino nel modo previamente stabilito, a quella stregua, all'un di presso, che gli atti di un dramma si tengono dietro l'uno all'altro in sul teatro. La Lombardia sperava d'avere in aiuto una gran parte dell'esercito piemontese, e alcune compagnie soltanto si dichiarirono. Dovea ella per questo la Lombardia abbandonare i suoi disegni e la sua intrapresa? E chi sa mai se la sollevazione lombarda non si sarebbe tratta dietro quella del resto dell'esercito piemontese e degli altri Stati italiani? Chi è da tanto di prevedere tutto, si trova in caso di dovere per alcuni punti mettersi in balía del caso e della fortuna? Quale è di fatti l'esito di queste congiure rimaste prive di effetto? Gli è questo, che i governi ne vengono in cognizione ed aspramente le puniscono, mentre, per altra parte, affatto ingloriosi rimangono i nomi dei loro autori. I congiurati in pensiero sono puniti dai nemici delle rivoluzioni non altrimenti che sarebbero se queste avessero avuto effetto; ma non sono onorati del pari dagli amici della libert

Se non che l'imperatore commutò poi la pena di morte, riguardo al Confalonieri, in quella del carcere duro in perpetuo; riguardo al Pallavicini, al Castillia e al Borsieri in quella del carcere duro per venti anni; riguardo al Tonelli in quella del carcere duro per dieci anni, e infine riguardo al barone Arese in quella del carcere per tre anni.

Come il Pallavicini, così anche il Castillia si persuase di non avere a compromettere altri che medesimo, con isgravarsi dal peso d'una perpetua menzogna. E di fatti io non ho pruova alcuna che le sue confessioni abbian portato danno a veruno. Checchè ne sia, il nome del conte Confalonieri venne proferito dinanzi alla giunta, e la cattura di lui fu posta in discussione.