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De' suoi giorni in sull'alba acerba morte Rapito a lei la dolce madre avea; Ma il padre in sen chiudeva anima forte, Anima avversa ad ogni bassa idea: Ei della figlia le pupille accorte Volgere a desideri alti sapea: Pensante crebbe, e in ogni tempo ambìo Il sorriso del padre e quel di Dio. Data fu la sua destra a mortal degno Di tesauro bello e invidïato.

²⁸³ R. Gregorio, Opere scelte, edizione, p. 773. Palermo, Pensante, 1853. La impressione, pertanto, che lasciava la vista dell’interno e delle coste dell’Isola era penosa: e non si riesce a comprendere, esclamava maravigliato Hager, come mai la Sicilia possa essere stata, nei tempi antichi, il granaio d’Italia!²⁸⁴. ²⁸⁴ Hager, Gemälde, p. 199.

Ma il vino, che nelle orgie nauseabonde tracannava di brigata, tornava in tanto veleno a quel dispettoso; e al vedere una ruga sdegnosa che tratto tratto gli solcava la fronte, e ne alterava il baldanzoso raggio giovanile, era facile accorgersi come quella fosse una testa pensante, fra tutte l'altre impassibili e macchinali. E nel bel mezzo di loro, mentre in apparenza alternava con essi i brindisi e lo sguajato motteggiare, concentravasi in stesso, e fremeva e si stomacava del dover vivere confuso tra quella schiuma di ribaldi, che per mestiero, diceva, oggi custodiscono l'assassino, domani il martire generoso; oggi difendono una vita insidiata, domani ne spengono mille; oggi scannano il nemico, domani il camerata; e sotto la divisa che si chiama del prode velano la massima della vilt

Se i figli sono frutti dell'amore, ogni frutto fa supporre la precedenza di un fiore; ma ella sentivasi arida; niente del suo io pensante rispondeva alle inconscie funzioni del suo io meccanico. Un profondo avvilimento la degradava a' suoi propri occhi; il germe caduto nel suo grembo poteva fecondare una Giuditta qualsiasi, e sarebbe stato egualmente il frutto dell'amore. No, l'amore non esiste!

³⁷² V. Mortillaro, Leggende storiche siciliane dal XIII al XIX secolo. edizione, p. 177. Pal., Pensante, 1866. E con le valenti erano anche le dame colte e virtuose, nelle quali l’ardore del vero era così intenso come fecondo il culto del bello.

Quella creatura, che non aveva mai amata d'amore e alla quale non lo univa neppure il vincolo dei figli, gli era divenuta così antipatica come donna e come essere pensante, che si sarebbe ribellato se ella gli avesse chiesto una carezza, come si ribellava ai consigli che gli dava. Non capiva come aveva fatto a sposarla e trattarla come una compagna.

V'hanno ingegni nervosi che ritraggono dal lungo studio una velenosa punta di sarcasmo; v'hanno individui anormali, nevrastenici che di tutto e di tutti hanno ira e disprezzo. Chi vegga per la prima volta Gian Pietro Lucini, ed attentamente ne osservi il fondo occhio grigio e il sardonico sorriso, e ne ascolti il parlar breve, a scatti, la parola incisiva e sdegnosa, deve per certo ripensare a quegli ingegni, a quegli individui ai quali pur ora accennai. Ebbene: il Libro delle Figurazioni ideali è una splendida smentita a sentimento siffatto, è un trionfo della materia pensante su tutto un organismo, è il canto dello entusiasmo che soffoca ogni bassa passione. E il verso procede luminoso e squillante alla libert

"Parve che tali mie parole colpissero l'animo del Cardinale: egli rimase varii minuti silenzioso e pensante, indi mi disse che prima di parlarne al Re era d'uopo comunicasse i miei progetti al Cardinale di Tournon, e m'avrebbe poscia indicato come dovessi contenermi. Volle frattanto ospitassi in un suo palagio di Parigi, da dove fecemi più volte cavalcare a Fontanablò, ove ebbi conferenza coi due Cardinali, con Claudio di Guisa, con Montmorancì, con Oliviero d'Epinais, col Sir de la Trimouille e varii altri de' più cospicui Duchi, Marescialli, Scudieri di Re Francesco, tutti al par di lui valorosi e gentili cavalieri. All'esposizione ch'io andava facendo loro di mia domanda e de' modi di porla ad effetto l'accoglievano con giubilo, dandomi ogni speranza di riuscita, e più d'uno d'essi parlava con onorevoli parole, o Castellano, di tua rinomanza e prosperit

Tale, o Donna pensante e generosa, Tal è l'arcano che ti molce il core, Gli occhi ponendo su vetusta cosa, E più se esprime santit

Non potei nascondergli che il sapere incastrato nella testa del mio busto il cranio di un morto ignoto mi produceva repugnante impressione. Molti scultori fanno così egli mi disse. Rimessomi a posare, mi sentivo impacciato. Fanciullaggine! Ora lo comprendo; ma quel cranio che, vivente, aveva contenuto un cervello pensante affatto diverso dal mio, mi faceva fantasticare stranissime cose.