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²⁸³ R. Gregorio, Opere scelte, edizione, p. 773. Palermo, Pensante, 1853. La impressione, pertanto, che lasciava la vista dell’interno e delle coste dell’Isola era penosa: e non si riesce a comprendere, esclamava maravigliato Hager, come mai la Sicilia possa essere stata, nei tempi antichi, il granaio d’Italia!²⁸⁴. ²⁸⁴ Hager, Gemälde, p. 199.

La notte del 5 maggio i Volontari si raccolsero a Quarto; la mattina del 6 si imbarcarono sul Piemonte e sul Lombardo che una mano poderosa di nostri giovani amici aveva strappato al porto di Genova. I primi due giorni, tutti ignoravano dove andasse la piccola flotta, la quale veramente questa volta portava i destini d’Italia.

La tradizione conservò l’abitudine dell’alloggio riservato, e così fu preservato dalla devastazione quel delizioso soggiorno. Ma intanto i proprietari vagavano raminghi per le terre d’Italia, invase per ogni parte da eserciti nemici. Milano ricadeva in mano dell’Austria, e tutto il sangue sparso dagli Italiani in quei mesi di lotta e di ansiet

A mia volta gli confidai ch’ero nato nella felice terra d’Italia, dove praticavo l’efferato e malinconico mestiere dello scriver libri

Bartels, senza circonlocuzioni e sottintesi, ne confermava, come in altre parti d’Italia, l’usanza⁴⁰⁹; e tanto era comune che il non trovarne in qualche famiglia parve lodevole eccezione. L’ab.

In questo tempo era al S.a Cecilia la più grande artista d’Italia, madama la Gabriella, detta la Cochetta. Non si sa come anche lei fosse entrata nella briga, lei donna di alto merito e di sconfinato orgoglio; fatto è che ci entrò.

Però mentre oggi ogni provincia d’Italia con nobile emulazione innalza monumenti a’ suoi figli più celebri; a chi meglio che a Cino dei Sinibuldi si converrebbe una statua?

Così la madre al figlio par superba, com’ ella parve a me; perché d’amaro sente il sapor de la pietade acerba. Ella si tacque; e li angeli cantaro di sùbito ‘In te, Domine, speravi’; ma oltre ‘pedes meos’ non passaro. come neve tra le vive travi per lo dosso d’Italia si congela, soffiata e stretta da li venti schiavi,

E invece di limitare le loro conoscenze alle nozioni di storia imposte dal programma austriaco, spiegava ai suoi figli la storia universale, ove l’Austria faceva una figura secondaria e insignificante, e talvolta odiosa; poi li voleva istrutti minutamente sulla storia d’Italia, dalla più remota antichit

Porti, nel sacco a spalla, ogni tuo bene; ma raccolto sul petto aver vorresti il tuo bambino, e dargli, se si desti e pianga, un bacio, e il sangue delle vene!... In sua culla di legno il bimbo dorme laggiù, nella casuccia in riva al fiume: la madre agucchia agucchia sotto il lume, ma in cuor cammina sulle tue tristi orme. Pòsati, adesso!... Getta il sacco a terra. C’è un po’ d’Italia, qui.