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CAPITANO. Se sei Cintio, non vo' nulla da te: che occasion mi desti di adirarmi mai teco? AMASIO. Desiavi le compagnie di tedeschi, di sguizzeri, di genti d'arme per azzuffarti con loro; or temi di me solo. CAPITANO. Tu non sei compagnie di svizzeri di tedeschi. Vien qui con un essercito e ti porrò in vero quanto n'ho detto. AMASIO. Fatti innanzi, ti dico.

Tu, Mar crepuscolare mi dèsti l'acre nausea di vivere e l'infinita tristezza, e per averti troppo contemplato nella mia giovinezza, ora nel tuo vasto alito vacillo, ebbro di disperazione!

Desti a l'arrivo e curiosi, gl'incoli d'Italia, a cui per lunga figliazione, fremono in cor gli spirti e le memorie del secondo e del terzo Scipione Accorrono: "Portate di Cartagine buone nuove? Laggiù, tra le rovine, nido a l'aquile nostre, ancora crescono i fichi, ovvero crescon le spine?"

PANDOLFO. Dunque, non fosti tu che mi desti la sentenza? VIGNAROLO. Non ho detto che mai fui piú di quello che sono ora? PANDOLFO. Se cosí è perdonami, vignarolo mio! VIGNAROLO. Cacasangue! dopo avermi pistato due ore, dici: Perdonami! Il vostro perdono non mi entra in corpo: è un toglier il dolore? PANDOLFO. Se non vuoi perdonare tu a me, perdonarò io a te.

Ma in questo stato d'anima, il cuore a un tratto affretta i palpiti, con un sentimento dolcissimo di speranza o di ricordo: eccoci desti! e si gode d'esser desti, d'amare, di dover combattere, di voler vivere! Il cuore si ribella alla morte.

Andrei, colla corrente. Andrei, placata all’improvviso, fin che il Sol si desti, il Sole mio, bello e lontano ch’io non lo vidi con quest’occhi ancora: e con l’incendio de’ suoi raggi indora sol chi per lui gettò l’ingombro umano. E scavo e scavo, nella pietra, a prova di picca.

Accumular prodigii Potria certo il Signor, ma senza questi Pur con sue leggi solite Sana e protegge chi a ben far si desti. Il penitente popolo Dopo le preci meno ismorto riede, E più costante esercita Sua carit

Intanto i fanciulli, desti al rumore, nelle contigue stanze spaventati piangevano, più degli altri il lattante; sicchè quinci usciva un suono, che percuoteva le anime di piet

Si fanno sopra te discorsi orrendi, come se fosti qualche... tu m'intendi. Queste imprudenze, questi nascondigli, il voler a tuo modo senza freno, le lettere amorose, i tuoi puntigli per certi Filinor sono un veleno; e désti a sospettar sino a' conigli, e a dir ch'è il tuon, dove appare il baleno. Io ti difendo, ma una lingua sola non può frenar d'un popolo la gola.

«Capitano!». «Suona la sveglia! suona a raccolta! Svelti, figliuoli! A cavallo e seguitemi! Viva la Principessa donna Rosmunda!». Ufficiali e bassaforza, furon tutti desti e pronti in un batter d'occhio.