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Quiv'era men che notte e men che giorno, si` che 'l viso m'andava innanzi poco; ma io senti' sonare un alto corno, tanto ch'avrebbe ogne tuon fatto fioco, che, contra se' la sua via seguitando, dirizzo` li occhi miei tutti ad un loco. Dopo la dolorosa rotta, quando Carlo Magno perde' la santa gesta, non sono` si` terribilmente Orlando.

Poi fummo fatti soli procedendo, folgore parve quando l’aere fende, voce che giunse di contra dicendo: ‘Anciderammi qualunque m’apprende’; e fuggì come tuon che si dilegua, se sùbito la nuvola scoscende.

Quiv'era men che notte e men che giorno, si` che 'l viso m'andava innanzi poco; ma io senti' sonare un alto corno, tanto ch'avrebbe ogne tuon fatto fioco, che, contra se' la sua via seguitando, dirizzo` li occhi miei tutti ad un loco. Dopo la dolorosa rotta, quando Carlo Magno perde' la santa gesta, non sono` si` terribilmente Orlando.

FRATE. Ti inganni.... è la gran cassa.... Che del cannone il tuon da lungi imita.... BARITONO. La guerra cominciò.... Primadonna e detti. PRIMADONNA. Vili.... è finita! .... la guerra è finita... Le mie truppe Son tutte l

Quiv’ era men che notte e men che giorno, che ’l viso m’andava innanzi poco; ma io senti’ sonare un alto corno, tanto ch’avrebbe ogne tuon fatto fioco, che, contra la sua via seguitando, dirizzò li occhi miei tutti ad un loco. Dopo la dolorosa rotta, quando Carlo Magno perdé la santa gesta, non sonò terribilmente Orlando.

Ben avverso alle Grazie e al Bello in ira Vive, Italia, colui che, su l'ingorde Arche seduto, in tuon lugubre intuona L'epicedio de l'Arte! Ignaro, al certo, Fra la plebe ei si aggira, e mai non pose L'orma su queste etrusche inclite rive, Dove tanto su l'Arno arde e sfavilla Glorïoso splendor, qual mai non ebbe Ne le trascorse et

Fra i corni della Grigna apresi e pare Una scena di mare umido il ciel: E l'aria vaporosa Come sul corpo di novella sposa Cinge alla vetta rugiadosa un vel. Scendon le nubi che trasporta il vento, Lasciando un lento strascico regal Che s'imporpora al sole: Si screzia nel color delle viole Il trasparente lembo boreal. Dentro le valli a corsa si allontana E si rintana il carro aspro dei tuon.

Si fanno sopra te discorsi orrendi, come se fosti qualche... tu m'intendi. Queste imprudenze, questi nascondigli, il voler a tuo modo senza freno, le lettere amorose, i tuoi puntigli per certi Filinor sono un veleno; e désti a sospettar sino a' conigli, e a dir ch'è il tuon, dove appare il baleno. Io ti difendo, ma una lingua sola non può frenar d'un popolo la gola.

Ed ecco, mentre dura La strana discussione, Due guardie di questura Si avanzan col padrone Sentiamo!.... cos'è stato?.... Tommaso in tuon pacato Risponde: «del diverbio Fu origine un.... proverbio.» «Tutto si può, volendo, Lo dice il testo, ed io Agli altri esempi intendo Unir l'esempio mio Venir volli a Torino E feci a piè il cammino, Qui volli entrar, entrai; Volli pranzar, pranzai

Che dunque latri iniquo? onde dal seno Vanamente ti scoppia il tuon de l'ire? Inghiotti le tue rabbie, e mordi il freno, Eterno specchio di sovran martire; Mira ne l'alto, che lo stuol terreno È col