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Se pel romanziere vi è un tipo stabilito che le fanciulle isteriche e le donne nervose hanno immaginato capelli neri e ondulati, fronte nobile, pallore arabo, occhi pensosi, mustacchio soave, corpo snello Paolo Spada non realizzava questo ideale fantasioso.

Mio zio accusava una prostrazione di forze generale, e molte sofferenze nervose. Monsignore ha forse ottemperato con troppo rigore ai digiuni quaresimali? Veronica dietro le tendine del letto dimenava la testa in segno negativo. Mio zio rispose che non potendo alterare le sue abitudini senza danno della salute, s'era sempre cibato col solito sistema.

A colazione, dopo aver rimandata la domatrice per un servo, io mi lasciai trascinare dalla vicenda del discorso, a parlar di Laura; e con quel bisogno irrefrenabile ch'è proprio delle anime nervose e veementi, Gian Luigi si lasciò trascinare a confidenze.

Era senza dubbio uno dei più belli uomini che avesse mai visti: alto, forte, agile, con le guance incorniciate dalla barba d'un biondo di seta, i capelli castani un poco diradati sulla fronte che pareva pertanto più ampia, la carnagione bianca, anzi pallida e quasi macerata come quella dei discendenti di razze elettissime, gli occhi azzurri e profondi sotto i puri archi delle sopracciglia, il naso aquilino dalle narici nervose, l'abito elegante, il portamento veramente principesco.

Pallide figure dagli occhi sbarrati, dalle membra convulse, ci si agitano d'attorno in crisi nervose, in estasi, in contorsioni, con grida alte o soffocate scoppianti da bocche riarse, fra laceramenti delle proprie carni, mutilazioni e macerazioni, durante una rapida rincorsa di quasi due secoli verso meta ignota e misteriosa.

Di quelle sue braccia, di quelle fossette, Lalla pareva innamorata, stava ore e ore a sedere sul letto, in camiciuola; piegandole, stendendole, ripiegandole, per ammirarne i contorni e l'azzurro pallido delle vene; poi si cacciava sotto le coltri baciandole con trasporto e con passione; come baciava la bianca Musette, la sua cagnuola cara, che spesse volte si udiva guaire fra le strette nervose della padroncina.

Serve piuttosto a nascondere il fulgore dei begli occhi, quando questi diventano troppo splendidi per coloro che li guardano; a nascondere il sorrisetto della bocca maliziosa, quando un'amica è troppo, troppo mal vestita; a nascondere il fremito delle mani nervose che vorrebbero spezzare qualche cosa; a nascondere un rossore..... che si ostina a non venire; per chiamare chi è lontano, per respingere chi si affretta troppo, per salutare, per parlare a bassa voce.

A un tratto gli venne veduta, un po' in lontananza una cavalla alta, di stupende forme, con una testa fina, delle gambe sottili e nervose, un collo elegantissimo, sul quale i turgidi meandri delle vene spiccavano in nitido risalto. La cavalla stava immobile, in una posa felicissima e atta a far valere la classica bellezza delle sue linee. To! pensò il Duca! ecco il caso mio.

La giovine donna aveva quell'acutezza di senso delle nature fantastiche e nervose; a lei le conversazioni dei passeri parevano sempre piene di attrattiva, era persuasa che le rondini nel passare le dicessero addio, e rispondeva addio a fior di labbro per non far battere troppo forte quei cuoricini sbigottiti dalla propria audacia; poi spingeva il capo fuor del davanzale e volgeva gli occhi in alto, dove un'altra rondine si teneva appesa al nido sotto la gronda e la guardava curiosamente.

Fra il raso della fodera c'era un manoscritto, un centinaio di foglietti di carta sottile, resistente, coperti con una di quelle calligrafie nervose non larghe alte come porta oggi la moda, ma spezzate, minute, eppure non prive di una intima eleganza che noi dobbiamo cercare, per farcene una idea, nelle lettere delle nostre bisavole. Il testo era in francese.