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Un senso di stanchezza, di prostrazione, era seguìto infatti all'esaltazione nervosa della giornata.

Tina era ancora più pallida: quel riposo tormentato della notte, anzichè rifarle le forze, aveva finito col mettere nella sua debolezza un'ultima prostrazione: vedendola un'altra volta allungarsi sul letto la mamma disse: Non ti alzi? Mi alzerò. Io avevo pensato che avresti bisogno di un paio di camice, di un abito, delle scarpe, ma non ci restano più che dodici lire.

Ebbe ore di prostrazione così profonda da sembrare annientamento. Si isolava talvolta fra la gente, come un sonnambulo. Nella quiete della casa, a intervalli parlava da solo, sognando ad occhi aperti. E diceva, conversando con l’invisibile, parole grandi: parole misteriose, fili stellari congiungenti l’umano al divino. Le udì, con tacita riverenza, la compagna fedele; e le custodisce nel cuore.

Quando la natura, stanca in lui di quella tensione spirituale, riprendeva per qualche ora il sopravvento soffiandogli nel sangue gli aromi dei fiori, egli s'abbandonava improvvisamente alla prima donna, magari non bella, per soffocare in una violenta prostrazione il cordoglio vedovile del proprio cuore.

La signora Sant'Angelo si acquietò alle parole del vecchio amico, limitandosi a commentarle con un lungo sospiro, nel quale ella poneva tutto il fervore della sua anima piena di fede. E per alcuni giorni non toccò più con alcuno quell'argomento. Ma il suo stato di prostrazione andava aumentando con rapido ed allarmante progresso.

Dopo il primo abbattimento, dopo la prostrazione, in cui gettano a un tratto le angosce supreme, avviene nell'animo umano una pronta reazione. La coscienza assopita si ridesta, le sofferenze divengono più generali, ma si fanno meno acute. La mente riacquista il privilegio funesto di poter esaminare, ragionare il dolore. Antonietta poco appresso si scuoteva dalla sua atonia.

Io era stanco per le fatiche della giornata, e turbato da tutte quelle apprensioni d'ogni genere, che quello stato di prostrazione m'induceva quasi per bisogno alla tenerezza e ad una espansione confidente e sincera. Quanto siete buona! io dissi ad Opala abbracciandola, quanto siete bella! Divina creatura!

Invidiava nobilmente i miei rivali, e gli ammirava. Diceva a me stesso: essi ora levano grido, ed io mi occuperò come so e posso d'istruire la gioventù in modo chiaro ed acconcioQueste poche linee sono una grossa lacrima spremuta da un cuore disingannato. È un nobile e generoso ingegno che, in un momento di sconforto e di prostrazione, si ritira dalla battaglia.

Un tumulto dietro la scena scuote il re dalla sua prostrazione. È Madhavuya, l'amico suo, che grida d'essere rapito da un cattivo genio ed implora soccorso. Il re si leva in armi e libera l'amico. Mátali, auriga del dio Indra, aveva finto quel rapimento, onde provocare ad ira il re e toglierlo cosí all'acerbitá della sua afflizione.

Venne graziato il venticinque aprile 1876. Ritornato in mezzo a noi, ci raccontò lo spasimo che aveva subito in quelle notti e in quei giorni. Ci diceva che il pensiero di morire non gli dava mai requie, e che, anche quando la prostrazione gli chiudeva gli occhi, il suo sonno veniva conturbato dal carnefice, del quale gli pareva sempre di sentire la voce.