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Ma qualche singhiozzo le stringeva le spalle. Il silenzio durò lungamente; s'intese la signora Veronica chiudere a chiave la porta e discendere frettolosamente per le scale, qualche grido veniva dal vicolo, nel quale una biroccia si era fermata. Le sonagliere tintinnavano. Tina disse piano alla mamma: Nemmeno tu lo conosci? E un buonissimo uomo. Dovrò dirgli tutto?

Questa preoccupazione cresceva in loro di minuto in minuto: per vincerla Tina spinse l'altra verso l'uscio, ma qualcuno batteva leggermente la porta del pianerottolo. Era la signora Veronica.

Mio zio si ritirò nella sua stanza, augurandoci un buon riposo. Veronica mi annunziò che condurrebbe la Giuseppina nella bella camera vicina alla sua, e mettendomi in mano il lume acceso, mi disse: Voi non avete bisogno che v'insegni la vostra camera; felice notte, Daniele, dormite bene. Diedi un bacio alla bimba, e ripetendo gli augurii di buona notte, mi ritirai alla mia volta.

Il letto era sempre così. La signora Veronica invece di rifarlo si era contentata di spianarvi sopra quei lenzuoli saturi ancora di tutto il sudore triste dell'ammalata. Ella ne raccapricciò, malgrado l'abitudine oramai vecchia ai sudiciumi della miseria, e seguitò a piangere in un dolore quasi dolce.

, piacciono anche a Bettina: comprale due o tre soldi di cioccolatini, andrò io a portarglieli. Non odi come dura a piangere? La signora Veronica sar

Il baccano fu indiavolato, lo schiamazzo assordante, e le più sfacciate allusioni non rispettavano nemmeno la veste di don Vincenzo; mentre la Veronica diventava verde dalla rabbia, Sandro diventava pallido per il dispetto, e saliva un pudibondo rossore sulla fronte onorata del signor Niso.

Io sono franca, e specialmente in certi casi bisogna spiegarsi bene per non avere a pentirsi poi. Sapete benissimo che vi è la legge, dentro la quale è facile cascare: si busca un anno per lo meno e si è rovinati per sempre: dunque la ragazza ne è contenta? Con me ha detto così, rispose la signora Veronica: potrete interrogarla voi stessa.

La ragazza arrossì. E ieri sera? chiese ironicamente la signora Veronica.

Due ore dopo la mamma e la signora Veronica stavano silenziose intorno al suo letto: la fanciulla teneva gli occhi chiusi nella faccia di un pallore marmoreo. Aveva le vesti in disordine; dal corsetto sbottonato le traspariva il seno, e di sotto alle gonne le usciva una gamba con la calza bianca increspata, perchè il legaccio era caduto. La signora Veronica si chinò ad accarezzarle i capelli.

Poi enumerava i beneficii, gl'inconvenienti, i pericoli, i disagi della cura ordinata, le speranze che dovevano sostenerlo all'impresa. Veronica apparecchiava i sacchi da notte con tutte le precauzioni immaginabili, mettendo in ordine i tabarri di varie gradazioni, e tutti gli accessorii occorrenti, le pastiglie per la tosse e la magnesia calcinata, il tabacco da naso e i fiammiferi.