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Aggiornato: 20 giugno 2025
Ma la signora Veronica, che voleva ad ogni costo attirarla nel dialogo, proseguì: Io lo so, vedete; quando la signora Giovanna esce di casa per restare fuori qualche tempo, Gemma fa un segno dalla finestra e lui sta attento, attraversa la strada in modo da farsi notare il meno possibile e viene su per le scale. Le altre due sorelle aiutano. Vedrete che cosa accadr
Andiamo, signora Veronica, disse la mamma, favorite con noi: c'è poco da assaggiare, ma qualche cosa c'è. La signora Veronica fece un gesto dignitoso di riserbo, ma l'altra, che la conosceva, le spinse innanzi un piatto colla posata migliore, poi accarezzò la testa di Tina.
Prima scucire la cintura e i teli. Questo si sa. La signora Veronica aspettava sempre colla forbice nella mano e una certa pensierosit
Date retta a me, soggiunse la signora Veronica: è un bel vecchio, parla bene. Lo sanno i casigliani che sono ammalata? Sì. Anche stamane le Arrighi mi hanno fermata per chiedermi vostre notizie: siete simpatica a tutti. Siate sicura, nessuno ha ancora saputo nulla. Un sorriso pallido passò sulle labbra dell'inferma, poi fece un gesto alla mamma: Dammi il vestito nuovo.
Tina distinse lo scalpiccìo della mamma. Appena nella cucina la signora Adelaide respirò rumorosamente, ma ansimava: dal tovagliolo chiuso nel suo pugno colle quattro cocche riunite un odore vaporava sottilmente. Buono! esclamò la signora Veronica, levando il naso all'aria.
Dopo pranzo la Veronica venne a raccontarci come la cosa più naturale del mondo, che i nostri vicini erano partiti per la campagna. I conti di Brisnago lasciavano Milano ogni primavera, e non ritornavano che alla fine d'autunno. Io non ne sapeva nulla.
Nell'insieme, la sora Veronica somigliava moltissimo al San Luigi dell'Oratorio, composto di una testa di legno grossa e lunga, color singhiozzo, e di due assicelle in croce, coperte da una tonaca nera.
Betta scoppiò in pianto. Colla faccia su quella mano gelata la mamma non piangeva, non singhiozzava; si udiva solamente l'anelito faticoso del suo respiro simile a quello di un ferito. Le campane di una chiesa vicina suonarono mezzogiorno nell'aria vibrante del sole; Betta, appoggiata dietro la sedia della mamma, aveva nascosta la testa. Allora la signora Veronica si alzò per esaminare la morta: nessun dubbio, Tina era gi
La Veronica non si saziava di contemplare la bambina e di accarezzarla: Come è bella... e grande... essa ripeteva; mi pare proprio impossibile che sia vostra figlia! Mio zio mi chiedeva conto dell'Agata, della suocera, della malattia del signor Nicola, del parroco, del dottore, e di tutte le sue conoscenze.
Tina e la mamma ascoltavano sorprese da quel tono professorale, che sembrava compiere il trionfo della signora Veronica sulla fine di quel pranzo, realmente da lei sola voluto e preparato. Con un gomito sulla tavola, gli occhi accesi, il mento sul dosso della mano sinistra, ella parlava assaporando quasi le parole. La superiorit
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